REDAZIONE PONTEDERA

Keu e abuso d’ufficio. Il rebus rischia di finire alla Corte Costituzionale

Il reato cancellato dalla riforma del ministro Nordio è contestato nell’inchiesta. Toccherà al giudice decidere se sollevare la questione di legittimità

La bonifiche al Green Park di Pontedera (foto Germogli)

La bonifiche al Green Park di Pontedera (foto Germogli)

Pontedera, 31 gennaio 2025 – Il processo, ancora in fase di udienza preliminare, scaturito dall’inchiesta Keu della procura antimafia di Firenze, deve sciogliere un altro nodo per poter andare avanti: l’abrogazione del reato di abuso d’ufficio che, lo scorso anno, è stata una delle riforme introdotte dal ministro della giustizia Carlo Nordio. Un reato, questo, contestato anche

Imputazioni e ostacoli giudiziari

a buona parte degli imputati dell’inchiesta Keu, in quanto ancora “contemplato” sia durante la lunga fase delle indagini, sia quando la procura ha formulato le richieste di rinvio a giudizio. Già alla fine dell’estate scorsa – a poche settimane dall’entrata in giro – c’era il sentore che questa novità sarebbe diventata un cavillo anche per questa vicenda giudiziaria. Da quanto abbiamo appreso – alla prossima udienza preliminare del 7 febbraio – il nodo dovrebbe essere sul tavolo. Il pubblico ministero infatti potrebbe chiedere al gup di sollevare la questione di legittimità dinanzi alla Corte Costituzionale per deciderne il permanere della contestazione nel processo.

In ragione di tutto questo chiederà anche di sospendere il giudizio in corso – e di conseguenza anche i termini di prescrizione – per tutti gli imputati, fino alla definizione del giudizio di legittimità costituzionale. L’udienza preliminare a Firenze, appunto, è in piedi da mesi e, anche nel dicembre scorso, ha dovuto concentrarsi su questioni tecniche relative alle notifiche del decreto ai responsabili civili. Se alla prossima verrà decisa la remissione alla Corte Costituzionale della questione di legittimità, ci saranno da attendere ancora mesi per la discussione delle richieste di rinvio a giudizio.

Le accuse mosse

La pubblica accusa chiede di mandare a processo 24 persone e 6 società con i capi di accusa contestati, a vario titolo, che vanno dall’associazione per delinquere finalizzata alle attività organizzate di traffico illecito di rifiuti e inquinamento ambientale, fino alla corruzione elettorale e anche all’abuso d’ufficio. Questo è un processo anche con tante parti civili: enti pubblici e associazioni come Lega Ambiente, Libera, Movimento Consumatori, Gruppo Intervento Giuridico, residenti sulla 429 e Comitato Vittime Podere Rota. Tutte parti ammesse che, a loro volta, hanno chiesto la citazione dei responsabili civili.

La scoperta delle terre avvelenate

Era l’aprile del 2021 quando – fra arresti e sequestri – fu scoperchiato l’enorme vaso di Pandora delle terre ritenute avvelenate che sarebbero finite a tonnellate in mezza Toscana per riempimenti e sottofondi stradali nonostante non ne fosse consentita tale modalità di recupero perché avrebbe potuto rilasciare nel suolo e nelle acque sotterranee significative concentrazioni di metalli pesanti (cromo ed altre sostanze). Nelle carte dell’inchiesta arrivata davanti al gup sono 13 i siti ritenuti inquinati (anche in Valdera) dal keu.

Carlo Baroni