Scandalo Keu in aula. Il rebus delle parti civili. La battaglia delle difese

Il giudice deciderà sull’ammissione alla prossima udienza fissata per ottobre. In calendario c’è poi già una data a novembre per iniziare la discussione

Carotaggi, dopo l’inchiesta Keu dei carabinieri (Foto Germogli)

Carotaggi, dopo l’inchiesta Keu dei carabinieri (Foto Germogli)

Pontedera (Pisa), 21 settembre 2024 – Di nuovo in aula fra un mese. Segnatamente il 18 ottobre con una nuova udienza preliminare per il processo Keu, che vede la procura antimafia di Firenze chiedere il rinvio a giudizio di 24 persone e 6 società. Ieri si è dibattuto sull’eventuale ammissione delle presunte parti offese: una quarantina tra persone fisiche (proprietari di terreni), Comuni, sindacati, associazioni. Al centro della discussione le eccezioni delle difese che, da quanto abbiamo appreso, hanno sottoposto al gup vari aspetti di contestazione: dal ritenuto mancato rispetto delle disposizioni in materia della legge Cartabia, alla mancata dimostrazione del danno che sarebbe stato subito dalle parti che intendono costituirsi in giudizio. Una serie di questioni tecniche, dunque, messe nero su bianco in memorie già depositate – ed alle quali i legali si sono riportati – e, in alcuni casi, affrontate direttamente nella discussione in aula. Questioni sulle quali il giudice si esprimerà alla prossima udienza. Sciolto il nodo delle ammissione delle parti civili l’udienza preliminare entrerà nella parte centrale nel nuovo passaggio già fissato per novembre.

Uno scandalo, quello del Keu – lo ricordiamo – che arriva nell’aula penale a tre anni dallo scoppio dell’inchiesta, e a quattro anni dall’indagini. Era tuttavia immaginabile che il percorso sarebbe stato molto complesso per il numero di imputati e per la varietà di reati contestati. I capi di accusa contestati a vario titolo nell’inchiesta vanno dall’associazione per delinquere finalizzata alle attività organizzate di traffico illecito di rifiuti e inquinamento ambientale, fino alla corruzione elettorale.

Era l’aprile del 2021quando fu scoperchiato l’enorme vaso di Pandora delle terre ritenute avvelenate che sarebbero finite a tonnellate in mezza Toscana per riempimenti e sottofondi stradali nonostante non ne fosse consentita tale modalità di recupero perché avrebbe potuto rilasciare nel suolo e nelle acque sotterranee significative concentrazioni di metalli pesanti (cromo ed altre sostanze). Nelle carte dell’inchiesta arrivata davanti al gup sono 13 i siti ritenuti inquinati (anche nel Pisano e in Valdera) dove il keu è stato trovato nell’ambito delle indagini della procura antimafia di Firenze. Ma il keu è stato trovato anche sulla strada regionale 429 Empolese-Valdelsa: qui, secondo le indagini, le terre entrate nel mirino degli inquirenti sarebbero finite a tonnellate nel quinto lotto. Tanto che, nella lunga lista di chi chiede di costituirsi parte civile, ci sono anche sedici cittadini proprietari di terreni e case che si trovano in prossimità della 429.

Carlo Baroni