E’ una replica che annuncia nuovi passi legali quella che arriva dalla società Biaconforno ed è diretta alla Cgil. Al centro l’esito della vicenda della querela della segretaria della Flai Cgil di Pisa Natasha Merola e del suo epilogo in tribunale. La Merola fu querelata dai titolari dell’azienda dolciaria con l’accusa di diffamazione. "La a società Biancoforno ed i signori Luca e Franco, in merito all’articolo intitolato “Non ci fu diffamazione su Biancoforno”, nel quale si riporta la notizia dell’avvenuta archiviazione del procedimento pendente a carico della signora Merola per diffamazione – si legge nella nota dell’azienda –, appare doveroso osservare che l’archiviazione non è stata disposta perché “non ci fu diffamazione su Biancoforno” ma perché la diffamazione è stata ritenuta non punibile perché il fatto è stato ritenuto di particolare tenuità". A tal proposito la Biancoforno annuncia che " la definizione del procedimento perparticolare tenuità lascia aperta la risarcibilità del danno arrecato". Cosa comunque chiuso? Per la Biancoforno no: "Il provvedimento di archiviazione è ancora soggetto a reclamo che la società ha già predisposto".
Una replica alla Cgil che aveva detto: "Il giudice per le indagini preliminari ha dichiarato inammissibile l’opposizione della parte offesa alla richiesta di archiviazione del pubblico ministero – era nella nota del sindacato – e quindi ha emesso il decreto di archiviazione. Adesso quindi possiamo affermare con ancor più forza e ragione che nel contenuto di un messaggio Whatsapp tra la segretaria della Flai Cgil e gli iscritti alla nostra organizzazione, non vi fossero frasi diffamatorie".