
Antonio Giannetta durante la presentazione del circuito che doveva sorgere fra Gello e i Pardossi
Pontedera, 18 novembre 2015 - "L'uomo in silenzio è più bello da ascoltare’, dice un proverbio giapponese. Ma questo silenzio calato sull’autodromo dei Pardossi dopo quasi 5 anni di tante parole scritte, parlate e urlate – forse proprio i tempi lunghi e sfociati nella crisi sono stati l’ostacolo principale – ricorda più lo sconfortante ‘Madonna che silenzio c’è stasera...’ sussurrato (nell’omonimo film) da Francesco Nuti in giro nella notte deserta di Prato che non quello sublime di una vetta alpina.
Scendendo a terra, Alfredo Medici, presidente della società Pluris che dove costruire l’autodromo da 30 milioni nella tenuta Isabella di Antonio Giannetta, non è più rintracciabile, almeno per noi che pur lo abbiamo intervistato e ‘sentito’ per decine di volte, apprezzandone peraltro lo stile e la disponibilità. Oltre all’entusiasmo che metteva nell’impresa di realizzare un piccolo – ma non troppo: pista di 3500 metri – Mugello nella campagna fra Gello e Pardossi. E’ dunque svanito il sogno, per chi lo considerava tale, dell’autodromo pontederese? E’ svanito, ecco rovescio della medaglia, l’incubo di chi temeva rumori e gas asfissianti a poca distanza dalla casa e dal paese, nonostante tutte le garanzie certificate a tutti i livelli possibili e immaginabili? Chi vivrà vedrà... Mentre l’amministrazione comunale, convinta sostenitrice del progetto, aspetta anch’essa in comprensibile e doveroso silenzio. E forse spera ancora.
L’autodromo doveva (dovrebbe?) essere intitolato a Giovanni Alberto Agnelli e per realizzarlo era stata impiegata una massiccia dose di partecipazione democratica, processi e discussioni a non finire, che al termine avevano però lasciato ciascuno del suo parere iniziale, mentre il cerino acceso era addirittura andato a finire nelle mani del sindaco di Cascina. Ultimo detentore del diritto di veto come comune confinante. Ma lasciando diversi scontenti tra le file Democratiche, anche Cascina disse infine sì, e sembrò tutto fatto.
RESTAVA però da fare l’autodromo, nel senso cantieri e ruspe all’opera, e cominciò l’epoca dei rinvio di stagione in stagione, primavera, autunno (inverno no perché non si può lavorare), di nuovo primavera, di nuovo estate. Nel frattempo, per farsi mancare nulla, scoppiò anche il caso del sequestro delle strutture e terreni dove pulsava la discoteca Gens alla tenuta Isabella, problema però risolto, così sembrava, col riacquisto da parte della società Pluris o della stessa tenuta. Riacquisto per 184 mila euro, e anche qui scoppiarono altre polemiche, finora non tradotto in pratica. Ora il silenzio detta la sua legge e sta sempre stendendo un velo, se volete una coltre di nebbia, sul sogno (investimenti, posti di lavoro, notorietà) o sul pericolo-incubo (un altro colpo alla natura e al diritto alla quiete) dell’autodromo di Pontedera.