La crisi del conciario e la politica: "Il caso finisce in parlamento"

La senatrice Zambito: "Situazione diventata ormai esplosiva, ho presentato interrogazione al governo"

La crisi del conciario e la politica: "Il caso finisce in parlamento"

La senatrice incalza l’esecutivo Meloni «troppo passivo di fronte ad una contrazione che sta colpendo duramente il comparto del Valdarno inferiore»

La crisi morde. E il comprensorio soffre e spera. La situazione del settore conciario – e di tutta la filiera delle pelle e della moda – si sta facendo sempre più seria: da quanto abbiamo appreso ci sono altre aziende in procinto di tagliare personale. Secondo i sindacati ci sono già tanti posti di lavoro sono già stati divorati dalla congiuntura. Ma senza sostegni si rischia un disastro da qui a fine anno. "Il governo sta rimanendo passivo di fronte ad una contrazione che già negli scorsi mesi ha visto licenziamenti e chiare manifestazioni di difficoltà – afferma la senatrice Pd Ylenia Zambito –. Per questo presenterò una nuova interrogazione parlamentare rispettivamente ai ministri delle imprese e del made in italy, dell’economia e delle finanze, e del lavoro e delle politiche sociali per avviare prima di tutto un intervento sugli ammortizzatori sociali, in particolare per le imprese sotto i 15 dipendenti che stanno arrancando oltre ad esercitare un costante livello di attenzione per quelle con lavoratori in numero superiore che rientrano negli ammortizzatori".

Dai dati diffusi dalla Fidem Cgil di Pisa –nei giorni scorsi dall’inizio dell’anno – spiega la senatrice – sono quasi 190 i licenziamenti (nelle aziende sopra i 15 dipendenti), con circa il 90% di aziende in cassa integrazione. "Risultano aziende artigiane che hanno esaurito la cassa integrazione – prosegue Zambito –. Di fronte ad una crisi strutturale del genere l’esecutivo Meloni sembra nascondersi nell’immobilismo; forse non tiene conto del fatto che questa crisi strutturale sta interessando non solo i grandi brand del comprensorio, ma anche tutta la filiera del settore che va dai contoterzisti (circa il 50% delle aziende del settore) alle piccole e medie imprese, colonne di un comparto da 500 azienda retto da quasi 5mila addetti tra diretti ed indotto".

E del momento difficilissimo ha parlato ieri anche il presidente della Regioen Eugenio Giani alla conferenza di chiusura della terza edizione della Fiera toscana del Lavoro alla Fortezza da Basso di Firenze.

"C’è una situazione critica riguardo alla qualità del lavoro – ha detto –: troppa precarietà, scambiata per flessibilità, situazioni di fragilità e debolezza, stipendi oggettivamente troppo bassi. Una situazione, aggiunge, che si affianca ai “mesi delicati e difficili” che vivono i settori della moda e del cuoio". "Ci aspetteremmo dal governo una maggiore capacità di azione e di risorse sulle politiche per il lavoro, come abbiamo visto in passato ad esempio con il governo Draghi e il Ministro Orlando", ha aggiunto il presidente".

Carlo Baroni