La città "bassa" ha fatto cent’anni. Celebrando con un bellissimo libro e con iniziative, in particolare, con i giovani, un capitolo di storia importante da quanto il 19 ottobre del 1924 entrava in vigore quanto deciso dal Comune: le tre località Pinocchio, Casenuove e Ontraino cominciarono a chiamarsi San Miniato basso, lasciandosi alle spalle quel nome di "Pinocchio" che da qualche anno è ricordato - a valore di memoria - nei cartelli stradali. Del comitato organizzatore dei festeggiamenti ha fatto parte l’ex sindaco Vittorio Gabbanini, attuale consigliere del presidente della Regione Eugenio Giani. Computi cent’anni, quale futuro c’è per San Miniato Basso? "E’ la frazione più popolosa, un centro di servizi, una località che coniuga bene sviluppo economico e residenza – dice Gabbanini –. San Miniato Basso ha saputo crescere: ha le scuole, le società sportive, l’artigianato, i centri commerciali. Deve perdere quel "basso" che ormai stona. Dobbiamo andare verso una sola città: con il centro ai piedi della Rocca, che è un autentico gioiello d’arte, cultura e turismo, e la città in piano estensione di un’unica realtà". "L’una – aggiunge Gabbanini – a servizio dell’altra. Si completano a vicenda, si danno forza. Il basso potrà offrire all’alto quello sviluppo ancora necessario". Una barriera solo culturale o anche infrastrutturale? "I campanili non ci sono mai stati in realtà – conclude –. Servono politiche mirate e strutture per mettere gambe a quest’unione. Una strada giù attraversa la valle e unisce il sopra e il sotto. Un parcheggio a San Miniato Basso a servizio del centro, con scale mobili, modello Perugia, concretizzerebbe l’unione. Non sarebbe il primo caso di una grande città su due livelli, uno in piano e una in collina".
Carlo Baroni