Carlo Baroni
Cronaca

La grande crisi della moda. “Va meglio, ma non basta”

Loris Mainardi (Cgil): “I lievi segnali ancora non parlano di via d’uscita”. Lineapelle ha riacceso la speranza, ma le grandi firme sono sempre ferme

Crisi moda, timida ripresa (Foto di repertorio)

Crisi moda, timida ripresa (Foto di repertorio)

Comprensorio del Cuioi (Pisa), 11 marzo 2025 – La ripresina? “Un tiepido accenno positivo, ma siamo lontani da un quadro rassicurante”. Loris Mainardi (Cgil) tira le prima somme, dopo che Lineapelle ha riaperto le porte alla speranza.

Mainardi, a che punto siamo?

“La fiera è andata bene, ma la situazione non è cambiata molto. Per la conceria le cose sono lievemente migliorante rispetto alla fine del 2024. Per il calzaturiero ci sono alcune indicazioni degne di nota per l’invernale. Ma non sono omogenee. Siamo ancora dentro la crisi”

Il 2025 si prospetta ancora a tinte fosche?

“Questo è quello che ci dicono ora le previsioni. C’è anche da dire che la ripresina in atto non riguarda le grandi firme che sono fondamentali per il nostro Comprensorio. Quindi tutto ora ci dice che c’è da passare così tutto il 2025 o quasi. E il fiato è cortissimo”.

Si torna a chiedere sostegno?

“Inevitabilmente. Altrimenti si rischia di arrivare alla fine dell’anno e non trovare più il nostro distretto. Il problema è allargato a tutti: dai piccoli artigiani all’industria”.

Cosa è urgente fare?

“Il tema è ancora quello degli ammortizzatori sociali. Bisogna arrivare ad un periodo di neutralità. Nel senso che si devono azzerare i contatori per l’anno in corso all’industria: siamo davanti ad aziende che hanno già raggiunto le 48 settimane di cassa integrazione delle 52 previste dal biennio mobile. Con quattro settimane ancora rimanenti non si arriva a chiudere l’anno”.

Ci sono gli strumenti?

“Vanno trovati. Abbiamo la grande crisi del 2008 che in qualche modo ci insegna. Allora fu messo in atto uno strumento applicabile a tutte le imprese”.

Ma allora questi lievi miglioramenti ancora non hanno un peso?

“Certo che non lo anno. Abbiamo detto, dopo Lineapelle, che ripeto non è andata male, che le cose vanno un pochino meglio anche se la grandi maison di moda sono ancora ferme. Quanto vale questo pochino meglio? Ecco un pochino, lo dice la parola stessa, non basta a superare questa tempesta che rischia di mettere a rischio tante imprese, tantissimi posti di lavoro e, quindi, un distretto d’eccellenza che è un tassello strategico dell’economia toscana”.