di Luca Bongianni
Nonostante le crescenti preoccupazioni legate al conflitto tra Russia e Ucraina, l’astronauta italiana Samantha Cristoforetti ha presentato la sua seconda missione per lo spazio fissata per il prossimo 21 aprile che durerà sei mesi. E con lei volerà anche un esperimento tutto pontederese. Si chiama Prometeo, un progetto finanziato per 400mila euro dall’Agenzia Spaziale Italiana (Asi) sviluppato dall’Istituto Italiano di Tecnologia a partire dal settembre dello scorso anno. Si tratta della terza missione spaziale per l’Istituto Italiano Tecnologia di Pontedera dopo i progetti del 2017 e 2019. Sotto la guida del coordinatore prof. Gianni Ciofani, il team di lavoro, con il supporto industriale della Kayser Italia di Livorno, ha concluso lo scorso 29 marzo a Pontedera il Science Verification Test (SVT) del progetto Prometeo, una simulazione necessaria che ha aperto la strada all’esecuzione dell’esperimento a bordo della Stazione Spaziale Internazionale (ISS). Lo stress ossidativo è alla base di molti effetti deleteri del volo spaziale ed è coinvolto nella genesi di diverse condizioni patologiche, anche gravi, sulla Terra, come ad esempio il Morbo di Parkinson e il Morbo di Chron. Il bersaglio più vulnerabile dello stress ossidativo è il sistema nervoso centrale, richiedendo una speciale protezione antiossidante con l’aumentare della durata dei voli spaziali e in vista dei viaggi interplanetari. L’esperimento Prometeo ipotizza che le nanoparticelle a base di polidopamina possano fornire protezione antiossidante e supporto neurochimico ai neuroni esposti a gravità alterata e radiazioni cosmiche. Si vuole quindi rendere possibili missioni umane più durature nello spazio, offrendo al contempo supporto ai pazienti sulla Terra. Mentre AstraSamantha partirà tra pochi giorni, questo esperimento la raggiungerà ad agosto con partenza dal centro spaziale della Virginia. Il 15 aprile non partiranno per l’ISS gli scienziati ma 12 Bioreattori elaborati nei laboratori di Pontedera. I Bioreattori, una volta sulla ISS, saranno collocati dall’equipaggio all’interno dell’incubatrice Kubik nel modulo Columbus, sei in posizione statica e sei in centrifuga, dove subiranno il protocollo sperimentale della durata di 96 ore.
Al termine del periodo di incubazione, i Bioreattori verranno stivati dall’equipaggio in un congelatore a -95°C e quindi riportati sulla Terra dai Principal Investigators (prof. Gianni Ciofani e dr. Giada Genchi dell’Istituto Italiano di Tecnologia di Pontedera) per l’elaborazione dei dati e il confronto con i risultati ottenuti. La speranza del team pontederese è che le condizioni geopolitiche non peggiorino ulteriormente da ora ad agosto e quindi di poter portare a termine l’esperimento nello Spazio.