Dal novembre dei 2021 San Miniato ha una piazza contro la violenza sulle donne. Una piazza che fu teatro di una tragedia che sconvolse il territorio e l’Italia intera. Qui, Elisa venne uccisa dall’uomo che diceva di amarla. E che dopo averle tolto la vita, ne trasportò il corpo martoriato da Prato al parcheggio del campo sportivo di San Miniato, e si uccise a sua volta. Fu un’alba bagnata dal sangue: le prime luci svelarono tutto l’orrore di quella tragedia che sconvolse due comunità e tutto lo Stivale. Quella ora è piazza Vittime dei femminicidi. E’ la piazza di Elisa.
E di tutte le donne morte per mano di chi giurava di volere loro bene, e invece ne avevano delle
schiave di un amore malato, nutrito di botte e di violenze psicologiche. Elisa Amato era di Prato e aveva 30 anni, da più o meno un anno lavorava per un negozio d’abbigliamento nel centro di Firenze. Nel 2014 si era laureata all’Università di Pisa in tecniche di allevamento del cane di razza ed educazione cinofila della facoltà di Veterinaria.
Nel maggio del 2018 il corpo senza vita della giovane e del suo ex furono trovati nella piazza antistante il campo sportivo della città. Lui, sanminiatese, venne ricostruito aveva prima sparato alla 30enne pratese, poi aveva rivolto l’arma contro se stesso. La loro relazione era finita da tempo. Ma il giovane non voleva accertalo e continuava a cercala. Fino alle notte della tragedia quando spense per sempre il sorriso alla vita di Elisa. E riempì di lacrime e sgomento tutto il territorio.
C.B.