PONTEDERA
Pontedera sembrava divisa sulla questione della stazione ferroviaria e i giornalisti de “Il nuovo elettore” annotarono: “E proprio non sappiamo con quanta ragione e verità un corrispondente del giornale il – Bollettino Ferroviario- abbia asserito che, se l’amministrazione non si è anche determinata a far qualcosa per Pontedera, si è perché qui siam divisi come in due campi opposti, cioè che alcuni vorrebbero che si ampliasse l’attuale stazione, altri che ne fosse costrutta una del tutto nuova, ed in località opposta. Noi con maggior certezza possiamo asserire che questi screzi son parti di fantasia, come parto di mente malatissima fu quel progetto rimesso, ora è qualche tempo, all’ufficio tecnico da un vagabondo, col qual progetto, (…) proponevasi di sopprimere la stazione della Rotta; e farne una tra questa e la vecchia di Pontedera, e per tal modo far convergere ad una stessa stazione due popolazioni: vale a dire, obbligare gli abitanti di due paesi a far due chilometri e mezzo per trovare la ferrova. Tranne questa proposta da manicomio, niuno ha mai fatto rimostranze sul luogo ove dovrebbe sorgere la nuova stazione. Infatti, quella che abbiamo oggi, resta al punto più orientale del paese, e per accedervi occorre ascendere quattro o cinque metri, con grave incomodo de’ passeggieri e con danno delle mercanzie. L’altra, che si farebbe di nuovo, resterebbe invece al punto più occidentale del paese stesso: ma col vantaggio che sorgerebbe in un piano perfetto, e che permette d’estendersi quanto si voglia. Inoltre questa località si presta meravigliosamente alla costruzione di nuove case ed edifici, de’ quali il paese nostro sente difetto un giorno più dell’altro: e sappiamo che molti aspettano a gloria che venga definitivamente prescelta per costruirvi palazzine e case da pigionali; il che provvederà di pane e lavoro molti operai”. E così fu, ma i pontederesi attesero ancora venti anni per vedere la nuova stazione.
Michele Quirici