
di Gabriele Nuti
Il freddo e i suoi fratelli. Potrebbe essere questo, parafrasando un noto film, il titolo della protesta e della manifestazione organizzata davanti alla scuola dalle studentesse e dagli studenti del liceo scientifico XXV Aprile di Pontedera. Le aule al ghiaccio per le note carenze strutturali sono state la classica goccia che ha fatto traboccare il vaso. "Ma i problemi in questa scuola sono tanti – dicono i rappresentanti di istituto Elisa Dini, Luca Fontanelli e Lorenzo Barbato – Servono più fatti e meno parole. Non è accettabile che in cinque anni a ogni inizio inverno, quando le temperature calano, si debba protestare per il freddo nelle aule. Ringraziamo il preside per le parole che ha detto in questi giorni e per appoggiare la nostra protesta, Ma forse serve una maggiore incisività nella richiesta alle istituzioni responsabili degli edicici scolastici. Al dirigente scolastico chiediamo anche più dialogo perché a noi rappresentanti di istituto le notizie arrivano frammentarie, sporadiche e in questo modo non riusciamo a gestire nel migliore dei modi i rapporti con i nostri compagni di classe e di scuola".
In tanti, ieri mattina alle 8, sono rimasti fuori dai cancelli del XXV Aprile. Da lontano qualche mamma ha "sorvegliato" sui figli e le figlie più piccoli, alla loro prima manifestazione pubblica per strada. Presente anche una pattuglia del commissariato di polizia. Ma tutto si è svolto con la massima tranquillità e con educazione. I rappresentanti hanno chiamato altri ragazzi a testimoniare i problemi causati dal freddo in classe. "Nella nostra aula la finestra non si chiude e i riscaldamenti non funzionano", ha detto un ragazzo. Mentre un’altra ha specificato come la temperatura non salga sopra i 10-12 gradi. "In questo modo è impossibile fare lezione e rimanere concentrati come richiede una scuola come la nostra – hanno detto alcuni studenti – Chiediamo a chi di competenza di intervenire e fare in modo che i riscaldamenti funzionino senza altri blocchi. E se deve essere rinnovato l’impianto che venga fatto". La provincia, ieri, con il presidente Massimiliano Angori ha detto che ci sono già i soldi per la progettazione dell’intervento. A questo punto non più rinviabile.
Il freddo e i suoi fratelli. Che sono "i laboratori inaccessibili e inutilizzabili, la mancanza della biblioteca e gli spazi ridotti", sottolineano i rappresentanti di istituto aggiungendo: "Questa protesta dovrebbe durare più giorni, ma bisogna studiare e a noi piace farlo". "Gli spazi mancano perché l’Itis Marconi è in espansione e prende spazi del XXV Aprile – concludono – Giusto, ma non solo a nostro discapito. La nostra è una scuola statica senza innovazione".