
Fabio Mini, sindaco di Castelfranco dal giugno dello scorso anno, è anche coordinatore di Fratelli d’Italia del comprensorio del Cuoio
CASTELFRANCO"L’adesione alla rete Re.a.dy, pur non prevedendo una quota associativa comporta costi diretti e indiretti per il Comune, in considerazione dell’impegno del personale dipendente e del sostegno e della partecipazione alle iniziative. E comporta l’attivazione di strette collaborazioni ed iniziative su tematiche in parte non condivisibili da questa amministrazione". La giunta di Castelfranco ha deciso di uscire da Re.a.dy, la rete nazionale delle pubbliche amministrazioni impegnate contro le discriminazioni per orientamento sessuale e identità di genere. Ed è subito polemica.
"Decisione non solo incomprensibile, ma anche irresponsabile – il commento dell’opposizione di centrosinistra Castelfranco Unita – Castelfranco Unita si schiera con forza a difesa dei diritti e dei doveri di ogni persona a sentirsi pienamente parte della propria comunità, a vivere la propria vita con dignità e libertà, indipendentemente dal proprio orientamento sessuale". "Non mi stupisce che il sindaco di Castelfranco abbia deciso di uscire dalla rete Re.a.dy – le parole di Alessandra Nardini, assessora regionale – E’ coerente con quello che la destra sta facendo a livello mondiale, da Orbán a Trump, e anche in Italia. Castelfranco non merita un sindaco del genere e spero che reagisca a questa scelta ideologicamente violenta". Parla di "grave atto politico" Anna Piu di Sinistra Italiana che aggiunge: "È l’ennesimo segnale di una precisa volontà della destra di smantellare gli strumenti istituzionali di tutela e promozione dei diritti civili". "Da Mini e centrodestra solo propaganda – la posizione di Rifondazione Comunista e Una città in Comune – Speriamo che la destra di Castelfranco sia migliore del governo Meloni, che si riempie la bocca del valore della famiglia e della necessità di sostenerla, per poi portare avanti continui tagli al welfare a livello nazionale".
Il sindaco Mini ribadisce che "non c’è motivo di stare in un’associazione come questa, perché ci sono già le leggi che tutelano la libertà di orientamento sessuale". "Riteniamo – rinforza il concetto il sindaco di Castelfranco – che continuare ad essere partecipi di tali associazioni leda il diritto di tutti, tra i quali gli etero. Sono contrario a tali movimenti, come lo ero al Ddl Zan, che non sarebbe servito a tutelare i vari orientamenti sessuali, ma avrebbe impedito di manifestare le proprie idee a coloro che credono che la famiglia sia una sola, quella tradizionale".