Orentano, 30 dicembre 2020 - Nuovo importante capitolo nelle indagini sul mistero della scomparsa di Khrystyna Novak, la 29enne ucraina diventata un fantasma poche ore dopo l’arresto per armi e droga del fidanzato, il 41enne imprenditore Airam Gonzalez Negrim. La Procura, si apprende, ha cambiato il titolo di reato: non più il sequestro di persona, ma il fascicolo sulla vicenda è ora aperto per omicidio volontario a carico di ignoti. Lo rende noto l’avvocato Daica Rometta che, per conto dell’associazione Penelope (guidata dall’avvocato Nicodemo Gentile), assiste la madre della scomparsa. "La mia nomina è già stata depositata in Procura – spiega il legale –. L’associazione, fedele alla propria mission di assistere le famiglie di scomparsi, è stata contattata dalla madre di Khrystyna Novak e, come sempre, con tutti i mezzi a disposizione, seguirà il caso. La madre della ragazza nelle prossime settimane è pronta a venire in Italia".
"Quella della 29enne è una scomparsa anomala – rileva l’avvocato Rometta –. Siamo davanti ad un quadro complesso nel quale riteniamo non si possa escludere alcunché. Infatti il sostituto procuratore della Repubblica Egidio Celano, con il quale conto di confrontarmi nei prossimi giorni, ha avviato un’indagine molto articolata condotta dalla Squadra Mobile di Pisa. Ed è, proprio anche alla luce delle molte attività svolte in queste settimane che, riteniamo, abbia deciso di cambiare il titolo di reato: l’indagine è per omicidio". La Novak, dopo la denuncia di scomparsa recapitata dalla madre della giovane alla polizia, visto che non riusciva a mettersi in contatto con la figlia che era abituata a sentire tutti i giorni, è stata al centro di imponenti ricerche nella zona di Orentano. Ma della 29enne nessuna traccia. La villetta, in cui viveva da tre mesi con il fidanzato e nella quale è rimasta sola per poche ore prima di sparire, è stata sequestrata e passata più volte al setaccio dalla scientifica. La Squadra Mobile, nelle settimane scorse, ha fatto anche nuovo ed un accurato sopralluogo con il fidanzato, l’unico che poteva dire cosa manca, o cosa è stato spostato da quando lui è entrato in carcere. Ma sotto la lente della Procura ci sarebbero anche i racconti dei vicini in Corte Nardi, sentiti più volte, sui movimenti intorno alla casa, sugli ultimi avvistamenti della 29enne viva, sui suoi ultimi contatti dopo l’ingresso in carcere del compagno: racconti nelle cui pieghe, forse, cercare riscontri investigativi e nuovi spunti.
Pochi i punti fermi di questo giallo in piedi da 60 giorni: è certo che la sera di Halloween Khrystyna è a casa ed ha contatti telefonici con un’amica che vive in Ucraina (andati avanti fino alla sera del primo novembre) alla quale avrebbe confidato di essere sconvolta ed avere paura.
Ma perchè? Poi il suo cellulare diventa muto e lei scompare: a casa lascerà tutto, la borsa, il passaporto, gli effetti personali e anche il cane da cui non si separava mai e che venne recuperato dalle amiche nei giorni successivi quando però, ancora, la ragazza non era ufficialmente scomparsa. Sotto le lente, ora, ci sarebbe anche il traffico telefonico e la "cella" che insiste su Orentano; nei prossimi giorni la Procura dovrebbe affidare l’incarico ad un perito. Ma gli approfondimenti in corso si muoverebbero a tutto campo, anche per cercare – se c’è – un filo rosso che possa legare le accuse (fatti a cui lei è estranea) che hanno portato in cercare il fidanzato e la sparizione della giovane. Del resto Khrystyna in quella villetta ci viveva e non si può escludere che abbia visto o sentito qualcosa che non doveva sapere. Una volta rimasta sola è stata facile preda di qualcuno che l’ha messa a tacere? Il cambio del titolo di reato per il quale s’indaga porta a non escludere neppure questa pista.