È stata un’alba di terrore quella vissuta ieri nell’azienda agricola di Carmelo Carai, a Lustignano, nel comune di Pomarance. Erano appena le 7 del mattino quando un branco di lupi ha compiuto un massacro senza precedenti: 40 pecore sono state sbranate, mentre altrettante sono rimaste gravemente ferite. Molte di queste rischiano ora di abortire, gettando un’ombra cupa sull’intera attività agricola della zona. Un evento di una violenza sconvolgente, che ha colpito una comunità già provata da mesi di crescente preoccupazione per la presenza sempre più aggressiva dei lupi. I pastori vivono ormai in uno stato di costante apprensione. "Non sappiamo più come andare avanti – dichiara Carai –. Le nostre greggi sono in balia di questi animali. In una sola notte abbiamo perso quasi tutto. Questo non è solo un danno economico, è una condanna".
Gli agricoltori si trovano di fronte a quella che appare come una vera e propria emergenza. "Non possiamo più vivere così – continua l’allevatore –, ogni giorno ci chiediamo se sarà l’ultimo per le nostre pecore. Non abbiamo più mezzi per difenderci. Le recinzioni non sono sufficienti e i cani da guardia non possono nulla contro branchi così determinati". Quaranta pecore uccise in un solo attacco, altrettante che rischiano di non sopravvivere, soprattutto le femmine gravide che potrebbero perdere i loro agnelli. Un disastro che minaccia di mettere in ginocchio l’intera azienda agricola di Carai.
"La politica ci ha abbandonati – denuncia l’allevatore –. Non ci sono indennizzi sufficienti a compensare queste perdite. Siamo soli, noi e i nostri animali, a fronteggiare questa invasione. Le istituzioni si muovono lentamente, con risposte che tardano ad arrivare, mentre la popolazione rurale è costretta a vivere una situazione insostenibile". Gli allevatori chiedono con forza interventi immediati e concreti: una revisione delle norme sulla protezione del lupo e misure urgenti per salvaguardare le loro attività. "Se non si interviene subito – avverte Carai –, questo territorio non sarà più in grado di sostenere l’allevamento. Saremo costretti a chiudere, e con noi scomparirà un pezzo della storia di queste colline".