CARLO BARONI
Cronaca

La tragedia di Calafuria e il dolore: "Stefano era una persona speciale"

Una città di San Miniato attonita e sconvolta per la morte di Palagini, 55 anni, conosciuto e stimato da tutti. La salma si trova nel reparto di medicina legale a disposizione del magistrato. Attesa per le esequie.

Stefano Palagini, 55 anni, colto da un malore che non gli ha lasciato scampo durante un’immersione davanti alla scogliera nella zona di Calafuria

Stefano Palagini, 55 anni, colto da un malore che non gli ha lasciato scampo durante un’immersione davanti alla scogliera nella zona di Calafuria

Anche il cielo, ieri, è rimasto grigio sopra San Miniato. Quasi volesse piangere. La città è sconvolta per la morte improvvisa di Stefano Palagini, 55 anni, agente di pellami, colto da un malore sabato mentre si trovava in acqua per un’immersione nella zona di Calafuria. Un malore che non gli ha lasciato scampo: è andato in arresto cardiaco ed è stato rianimato a lungo sul posto prima di essere trasferito a Pisa con l’elisoccorso, in condizioni che sono apparse purtroppo, fin da subito, disperate.

Quello di ieri è stato il primo giorno del dolore per tutti, per i familiari, i parenti e per gli amici della città, increduli che il "Pala", come veniva confidenzialmente chiamato, non ci sia più, per la mezz’oretta di chiacchiere in piazza, davanti Sant’Urbano – ieri gli amici più stretti si sono riunitì proprio lì, alla spicciolata, quasi a cercarlo ancora – a parlare di politica, di sport, di viaggi, di mete raggiunte e di quelle sognate, a parlare di boschi e di funghi, di passeggiate e di gite nelle profondità del mare, per vedere le meraviglie che l’acqua seppellisce. Che non ci sia più con i suoi sorrisi sinceri a programmare una pizzata tutti insieme. Poi, ci sono i compagni dei giorni della scuola, a partire da quelli del liceo, fra i quali è iniziato fin da sabato sera il disperato tam tam dei messaggi per capire cosa fosse successo a quello che è sempre stato per tutti il miglior compagno: sempre disponibile, intelligente, pronto ad aiutare. Era Stefano il "collante", ancora oggi, della scolaresca che con lui aveva condiviso i giorni avventurosi e belli del Marconi. Era quello che organizzava le cene ed i ritrovi, che aveva rimesso insieme la classe facendo rivivere il fuoco dell’amicizia che non si era mai spento.

Poi c’era lo Stefano dei viaggi, curioso e infaticabile scopritore di terre lontane e di città nascoste, quello delle immersioni - da sub esperto - per scandagliare i fondali. E quello sanminiatese, legato alla città. Anche la Misericordia ed i Fratres – di entrambe le realtà è stato amministratore – con i volontari ed i consiglieri, in queste ore piangono la morte del 55enne per il quale non sono ancora state fissate le esequie. Stefano si trova in medicina legale a Pisa a disposizione dell’autorità giudiziaria che oggi dovrebbe decidere se e quali approfondimenti disporre per fare chiarezza sul decesso. Stefano, figlio unico, lascia i genitori, gli zii, i cugini e tantissimi amici che gli volevano bene e che sui social stanno pubblicando istantanee dei momenti vissuti insieme, in città o nel mondo. Tutti stupendi. Perché con Stefano era impossibile non sorridere alla vita.

Carlo Baroni