NICOLA
Cronaca

La Vespa ha contagiato la sua città

Pontedera celebra la Vespa come simbolo cittadino, ma le infrastrutture non sono all'altezza. Nonostante ritardi e problemi, la comunità si prepara ad accogliere il mondo per l'evento.

Pasquinucci

Ci sono voluti anni per perché Pontedera prendesse coscienza che la Vespa fosse la sua bandiera. Ricordiamo che negli anni ’70 un’affermazione del genere sarebbe stato un pensiero da denunciare sui muri con lo spray. Perché allora esistevano solo lotte di classe, tute blu, sindacati e padroni. Poi piano piano, a partire dal nuovo millennio, la Vespa è diventata, per Pontedera, orgoglio da inserire nel Dna della comunità: sono nate le prime rotatorie a tema e non sono mancati nell’agenda, appuntamenti per celebrarla. Ora, la Vespa, è davvero patrimonio dei pontederesi. Lo si capisce da come la comunità sta vivendo l’attesa per questo evento, per la voglia di mettere a lucido le vetrine, per l’interesse di partecipare in qualche modo agli appuntamenti, per l’attaccamento a quello scooter che, anche se non lo sia ha più nel proprio garage, in qualche modo gli si vuole bene. Da giovedì il mondo sarà a Pontedera per conoscere la culla della Vespa e la città che l’ha costruita. Peccato che il viale Piaggio, non si presenti con il vestito migliore. Ritardi e intoppi lo hanno privato di parcheggi (inagibili per crolli), di nuovi asfalti e alberi (da anni è attesa la riqualificazione) e di un’area sosta multipiano (bloccata). Ma il motore della Vespa sarà a pieno regime e c’è da scommetterci, Pontedera farà la sua bella figura agli occhi del mondo.