LUCA BONGIANNI
Cronaca

L’addio a Casati, voce dei lavoratori: "Vogliamo dirgli grazie per quello che ha testimoniato nella sua vita"

Colleghi, amici, rappresentanti delle istituzioni a Peccioli per l’ultimo saluto al sindalista anima della Uilm

Colleghi, amici, rappresentanti delle istituzioni a Peccioli per l’ultimo saluto al sindalista anima della Uilm

Colleghi, amici, rappresentanti delle istituzioni a Peccioli per l’ultimo saluto al sindalista anima della Uilm

Tra le bandiere blu del sindacato a Peccioli, i tanti amici, ex colleghi e conoscenti arrivati da tutta la provincia e non solo, hanno salutato Marcello Casati, storico sindacalista scomparso venerdì sera all’età di 77 anni. Voce dei lavoratori, degli ultimi, dei più deboli. È stato ricordato così Casati, persona instancabile che fino all’ultimo non si è piegato alle difficoltà. "Vogliamo dirgli ‘grazie’ per quello che ci ha testimoniato nella vita – le parole di don Carlo – soprattutto per l’attenzione che ha avuto nei confronti dei più bisognosi e dei lavoratori. Cerchiamo di prendere questo stimolo e raccogliere questa testimonianza". La pieve di San Verano ieri pomeriggio era stracolma di persone, tra cui anche alcuni esponenti delle forze dell’ordine ed il sindaco di Peccioli, Renzo Macelloni.

Tanti gli ex colleghi di lavoro presenti, amici, compagni del sindacato, rappresentanti di diverse sigle, sindacalisti con cui ha condiviso decine di battaglie, prima in Piaggio con la Uilm e poi a difesa dei pensionati con la Uil Pensionati. Le due bandiere hanno abbracciato la salma durante tutta la celebrazione. "Se oggi sono sindacalista e amo la Uilm lo devo a lui – le parole di Samuele Nacci – penso che Marcello ci abbia dato un segnale forte: che i deboli, se hanno forza, riescono a difendere i deboli. A Marcello riconosco questa forza e quella dignità che ha avuto fino agli ultimi giorni. Ci lascia qualcosa di importante, quel coraggio che non deve mai mancare. Era orgoglioso dei risultati ottenuti dalla Uilm e faremo di tutto per seguirne l’esempio".

Anche Sergio Pasqualetti, suo coetaneo del ‘47, lo ha ricordato negli anni della giovinezza, la sua passione per la musica "fin da bambino, da quando diventò percussionista della banda", il suo sorriso fin da ragazzo "perché si esprimeva con garbo, non con istigazione" e quindi il ricordo di Giovannino Agnelli che lo apprezzava per i suoi modi decisi ma garbati. "Sei stato un padre presente in ogni situazione della vita che mi ha visto protagonista – un estratto della lettera della figlia Moira – in ogni momento di difficoltà potevo contare sempre sulla tua presenza. Mi facevi sentire protetta, sei stato il mio pilastro della vita. Ricordati babbino che questo non è un addio ma un arrivederci. E adesso prenditi cura di Tyson e portalo a fare quelle lunghe passeggiate che eravate abituati a fare. Non so quando ma torneremo insieme. Ti voglio tanto bene, Moira".

l.b.