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L’allarme dei conciatori: "Dall’Europa regole impossibili da rispettare"

Il ministro d'Urso sostiene che la sostenibilità ambientale in Europa deve considerare anche l'aspetto sociale e industriale. I conciatori italiani denunciano regolamenti europei troppo rigidi che minacciano il settore conciario, fondamentale per l'economia del paese.

L’allarme dei conciatori: "Dall’Europa regole impossibili da rispettare"

Il ministro d’Urso ha raccolta il grido di aiuto die conciatori. "È importante che la sostenibilità ambientale che noi dobbiamo perseguire in Europa, debba essere compatibile con la sostenibilità sociale e industriale delle imprese e del lavoro europeo. Altrimenti l’Europa si trasforma in un museo a cielo aperto, in un deserto industriale", ha detto il titolare del Ministero delle Imprese e del made in Italy a Milano, durante l’inaugurazione delle fiere a Milano. Parole – si legge su La Conceria – . Pronunciate dopo l’intervento di Fabrizio Nuti, presidente Unic – Concerie Italiane che ha denunciato i rischi dell’entrata in vigore del regolamento che Bruxelles ha imposto alle aziende europee sul tema "Deforestazione e Tracciabilità" e che rischia di trasformarsi in una pistola alla tempia per la conceria italiana. "L’industria conciaria in Italia – spiega Nuti – è composta da circa 1.100 aziende per un fatturato di circa 5 miliardi di euro. Ma quello che dà davvero senso all’importanza del nostro settore sono le percentuali che definiscono la nostra posizione in Europa, dove la nostra quota vale il 66%. Nel mondo, invece, valiamo il 25%: noi italiani produciamo un quarto di tutte le pelli del mondo". Però, ha continuato Nuti, "abbiamo una spina nel fianco. L’approvvigionamento domestico di materia prima vale meno del 10%, quindi dipendiamo quasi interamente dall’estero per la nostra produzione". Ma la legislazione europea – secondo i conciatori – " non bada alla nostra leadership, come quando ci cala dall’alto regolamenti e direttive che ci impongono regole impossibili da rispettare". L’esempio più attuale è relativo al regolamento sulla deforestazione. "Questo regolamento ci impone di gestire adempimenti impossibili – ha aggiunto Nuti –. Dovremmo fare una dichiarazione di tracciamento per ognuna singola pelle. Ci sono concerie che ne usano 1 o 2 milioni di pelli all’anno".