CARLO BARONI
Cronaca

L’amore per i viaggi e per la sua città. Il dolore degli amici

Dopo il lavoro c’erano i viaggi, il mondo, la natura, lo sport. Lo stare insieme e condividere. Stefano Palagini –...

Dopo il lavoro c’erano i viaggi, il mondo, la natura, lo sport. Lo stare insieme e condividere. Stefano Palagini – lo possiamo dire senza timore di smentita – ha sempre sorriso alla vita, da inguaribile curioso di conoscere e di scoprire. E’stato il suo modo di essere e di esistere. Un modo intelligente, raffinato. Basta aprire il suo Facebook e ci appare negli angoli più lontani e straordinari del pianeta, felice, a caccia di quelle verità nascoste che non si trovano sui libri e che voleva vedere con gli occhi. E lui leggeva molto e di tutto, dalla politica al calcio, all’automobilismo, al basket, che erano, forse, gli sport che preferiva. Agente pellami per calzatura e pelletteria (professione che lo portava a frequenti viaggi, e questo era uno degli aspetti che gli piaceva molto), aveva una laurea in economia e commercio conseguita dopo gli studi liceali a San Miniato, la sua città.

Quel piccolo mondo antico, costruito attorno alla Rocca, con cui ha sempre avuto una simbiosi bella, importante. Ma soprattutto vera e genuina. Negli anni lo abbiamo incontrato nelle istituzioni e nelle associazioni: in particolare da volontario e da amministratore, per diversi anni, della Misericordia, nella quale ha ricoperto anche il suolo di cancelliere; oppure come figurante del corteo storico che è una tradizione dalle radici lontane, o partecipe, sempre con entusiasmo, alle iniziative degli amici e coetanei della “piazza” con cui - lavoro e viaggi permettendo - da sempre, trascorreva il tempo libero. Stefano era amico di tutti, ha sempre coltivato con attenzione affetto i rapporti personali ed era legatissimo ai compagni di scuola. In particolare a quelli con cui aveva condiviso gli anni del Marconi. E quello che è successo ieri, per tutto questo mondo, è stata come una freccia avvelenata che coglie alle spalle, lascia senza fiato e spegne la luce. Resta il posto solo per le lacrime.