
L’attualità del pensiero di La Pira
Giorgio La Pira, un profeta di speranza, un costruttore di ponti e non di mura. Un uomo di fede, ma anche un sindaco che attuò, realizzò e operò su due livelli di valore: il valore dell’uomo e quello della città. Su La Pira, il Dramma Popolare di San Miniato – guidati da Marzio Gabbanini – ha voluto fare un ulteriore approfondimento, dopo avergli dedicato "Dramma Industriale", spettacolo principale della Festa del Teatro del luglio scorso. E per questo, a Palazzo Grifoni, sede della Fondazione Crsm, è stata invitata la professoressa Patrizia Giunti, presidente della Fondazione La Pira che – alla presenza anche del vescovo Paccosi – ha tenuto una approfondita elezione che ha toccato tanti aspetti, compresa quell’unione di mistica e politica, di azione e contemplazione che sono l’aspetto più originale dell’esperienza lapiriana, "I fatti del Pignone, quando La Pira salvò i posti di lavoro (al centro dello spettacolo) – ha spiegato la professoressa Giunti – sono il punto di arrivo, e anche di una nuova partenza. La Pira veniva dalla Costituente, dai quei principi per i quali l’Italia è una Repubblica fondata sul lavoro, nella quale il lavoro è un diritto, ma anche un dovere". Lui, che si definiva "sindaco di tutti ma in particolare dei più bisognosi".