L’Europa che sarà. Il viaggio di Letta. Un report e il libro

L’ex premier ospite della Fondazione Cassa di Risparmio

L’Europa che sarà. Il viaggio di Letta. Un report e il libro

Il presidente della Fondazione Crsm Giovanni Urti insieme all’onorevole Enrico Letta

Molto più di un mercato. Certo. Perché "il mercato unico è, prima di tutto, una grande esperienza di libertà". Ora però deve essere completato, anche per contrastare la perdita di competitività. Sul tavolo tante questioni: quella strategica dell’influenza di un’Europa invecchiata in un mondo più grande, fresco e competitivo di quanto non fosse quarant’anni fa. In uno scenario che vede la guerra alle porte, senza poter ancora contare su una difesa comune. Poi il tema della tutela del lavoro minato da delocalizzazioni fuori controllo. Enrico Letta, presidente Istituto Jacques Delors, ha tenuto una vera e propria lezione sull’Europa di oggi e soprattutto su quella di cui avremo bisogno domani, presentando a Palazzo Grifoni – ospite della Fondazione Cassa di Risparmio di San Miniato guidata dall’avvocato Giovanni Urti – il suo libro "Molto più di un mercato". Un volume che nasce da un dossier di informazioni acquisite sul campo. Per mesi, infatti, su incarico della Commissione europea, l’ex presidente del consiglio dei ministri ha girato in lungo e in largo i 27 stati membri per raccogliere nuove idee per il funzionamento del single market. Un viaggio concretizzatosi nella stesura del rapporto "Much more than a market. Speed, Security, Solidarity".

Un intervento, quello dell’onorevole Letta, che ha raccontato la forza del Vecchio Continente che ora deve costruire il suo domani la cui strada passa dall’urgenza di di costruire, anche, un’unione dei risparmi e degli investimenti. In buona sostanza "decretare la fine della lunga stagione dei mercati nazionali chiusi e di costruire un vero mercato dei servizi finanziari europei". Superando l’ostacolo chiave: "La frammentazione". La conversazione con l’onorevole Letta – condotta da Valerio Martinelli, avvocato e ricercatore universitario – ha visto anche l’importante contributo di Rita Forsi, già direttore generale dell’istituto superiore delle comunicazioni e delle tecnologie dell’informazione del ministero dello sviluppo economico.

Carlo Baroni