
ll 2024 e le nuove sfide . La conceria che verrà: "Siamo un anello strategico della moda"
di Carlo Baroni
COMPRENSORIO
Quale futuro per la conceria? Si chiude un 2023 pieno di insidie e che non è stato all’altezza delle aspettative. Per tanti fatto. dalle guerre all’inflazione, il rimbalzo dei prezzi, le frenate della Cine, e molto altro ancora. Da un lato, quindi, un mercato globale che resta insidioso, dall’altro la conferma delle qualità che rendono la conceria italiana anello insostituibile della fashion industry. Presente e futuro della concia made in Italy partono da queste consapevolezze, con i conciatori che guardano alle sfide del 2024 come a una occasione per ribadire la leadership del comparto.
"Dalle questioni geopolitiche internazionali alle nuove tendenze al consumo passando per l’aumento dei costi energetici e la necessità di tutelare in modo specifico le esigenze del settore: sono diverse le incognite che hanno investito l’industria conciaria determinando inevitabilmente una minore brillantezza di alcune performance nell’anno che si sta per concludere. Ma è proprio in tale contesto che il valore dei risultati ottenuti dalle nostre aziende si può considerare ancora maggiore". A parlare è Fabrizio Nuti, imprenditore di Santa croce, e presidente di Unic - Concerie Italiane. Il dato è quello di un’industria, la concia, che anche al termine del 2023 consolida il suo primato, per un valore di circa due terzi della concia in Europa e un quarto di quella mondiale.
"L’intero sistema economico nel quale ci muoviamo - prosegue il presidente Unic - è stato messo alla prova quest’anno dagli strascichi del conflitto in Ucraina, dopo aver fronteggiato le nuove tendenze al consumo determinate dalla pandemia. Tra i mercati storicamente forti per l’export della concia italiana, abbiamo registrato un calo in Cina, Hong Kong e America, ma non sono mancate conferme".
"Non si è mai interrotto il dialogo delle nostre aziende con il segmento del lusso, che ci auspichiamo possa ritornare a crescere in modo significativo – prosegue –. Del resto, i primi dati che emergono in vista della organizzazione della prossima edizione di Lineapelle (20-22 febbraio 2024) testimoniano la vitalità complessiva del comparto i cui operatori si stanno già muovendo con slancio guardando ai prossimi appuntamenti del settore".
Tra le certezze dell’industria conciaria nazionale, intanto, c’è il suo impegno per ecosostenibilità, salute e sicurezza sui luoghi di lavoro, requisiti irrinunciabili per le aziende che vogliono operare con successo nel mercato. Anche quest’anno la concia attraverso Unic, è stata presente in diversi eventi legati al tema della sostenibilità, come uno dei maggiori modelli di industria circolare. "La concia italiana - dice Nuti - ha maturato una solida esperienza in tema di sostenibilità ambientale attraverso un percorso avviato già 50 anni fa e si è mantenuta proprio grazie a questo impegno, organizzandosi in distretti che hanno agevolato una reale sostenibilità che nel comparto non ha uguali al mondo".