Si svela il primo studio strategico in Italia sul tema "La geotermia a emissioni nulle per accelerare la decarbonizzazione e creare sviluppo in Italia", promosso da Rete Geotermica con il supporto di The European House – Ambrosetti. L’obiettivo è stimare il contributo della geotermia a emissioni nulle per il processo di decarbonizzazione del Paese e le ricadute di questa tecnologia sull’economia italiana e le filiere locali per valorizzare il potenziale di questa risorsa energetica strategica per il nostro territorio nazionale che ha una tradizione ultracentenaria nella geotermia. L’Italia vanta infatti una posizione di leadership in termini di filiera tecnologica per la geotermia: è il secondo Paese in UE – dopo la Germania – per valore della produzione industriale potenzialmente attivabile dalla filiera geotermica pari a 37,7 miliardi di euro. Negli ultimi anni, tuttavia, non sono stati realizzati nuovi impianti geotermoelettrici facendo perdere la posizione di leadership acquisita a livello mondiale dall’Italia: nel 2000 era il quarto Paese al mondo per potenza elettrica installata della tecnologia tradizionale, mentre è oggi l’ottavo Paese al mondo. Per favorire lo sviluppo ulteriore di questo driver chiave per la transizione energetica dell’Italia, The European House – Ambrosetti ha identificato alcuni ambiti di policy concrete su cui è necessario intervenire per favorirne lo sviluppo e una sua maggiore valorizzazione. In Italia, i piani energetici nazionali non puntano su questa tecnologia e anche guardando al 2050, la strategia italiana di lungo periodo non riporta obiettivi puntuali per la geotermia a emissioni nulle. Di contro, l’UE sta considerando la geotermia come una tecnologia strategica per la decarbonizzazione e mira a triplicare la produzione entro il 2050.
Per questo motivo, The European House – Ambrosetti ha calcolato il potenziale di sviluppo dell tecnologia: ipotizzando che l’Italia riesca a valorizzare anche solo il 2% del potenziale presente nei primi 5 km di profondità (pari a 2.900 TWh), la geotermia potrebbe contribuire al 10% della produzione elettrica prevista al 2050. A livello di energia termica complessivamente la geotermia potrebbe contribuire al 25% dei consumi finali termici di oggi, permettendo all’Italia di ridurre del 40% gli attuali consumi finali di gas. Lo studio ha calcolato per la prima volta il moltiplicatore economico e occupazionale associato agli investimenti nella tecnologia geotermica: 1 euro investito in questa tecnologia attiva altri 2 euro nel resto dell’economia, per un moltiplicatore economico che è il più alto tra le fonti rinnovabili. Ogni GW installato genera un valore aggiunto complessivo a livello di sistema-Paese pari a 8 miliardi di euro. Lo studio ha identificato alcuni ambiti di policy concrete: meccanismi di incentivazione adeguati che favoriscano lo sviluppo, misure per tutelare l’attività imprenditoriale dal rischio intrinseco della tecnologia, snellire e ottimizzare gli iter autorizzativi, ad esempio, attraverso la creazione di una autorità geotermica nazionale e l’istituzione del titolo autorizzativo unico.