di Ilenia Pistolesi
Morto sul colpo a causa delle lesioni riportate a seguito di una caduta avvenuta a circa 8 metri di altezza. Non ci sono grossi margini di errore: il cadavere di Bektash Mesja, l’operaio di 38 anni trovato morto ai piedi di una scalinata dentro una palazzina nella tenuta Mocajo, è stato spostato dal luogo di caduta, un cantiere edilizio in cui era stato issato un ponteggio. Pochi metri di distanza che separano i due luoghi della tenuta, finiti sotto sequestro e al centro delle indagini condotte dai carabinieri e dagli ispettori della medicina del lavoro. Il primo, un casolare in stile rustico in cui era stato montato un ponteggio per lavori di manutenzione alla facciata.
Il secondo, che in realtà cantiere non era, dal momento che la palazzina di color giallo era stata già stata restaurata, e in cui è stato trascinato il cadavere dell’operaio, spostandolo dal primo cantiere dal quale era precipitato schiantandosi fatalmente al suolo. Il cerchio, quindi, è pronto a chiudersi: l’operaio, stando i primi accertamenti autoptici, non può essere caduto accidentalmente dalla rampa di scale dell’edificio in cui è stato rinvenuto senza vita al piano terra. La prima ipotesi, lo spostamento del cadavere, già avvalorata da una serie di elementi, trova quindi le prime conferme. Un cadavere precipitato da un ponteggio di circa 8 metri, e trascinato altrove. Per quale motivo? Depistaggio? La simulazione di una caduta accidentale da altro luogo dal ponteggio? Sono indagate due persone, il titolare dell’azienda, di origini albanesi, per cui lavorava l’operaio, un impresario edile di Santa Croce sull’Arno, e un’altra persona, un 45enne albanese indagato per favoreggiamento, ossia per aver materialmente spostato il corpo dal luogo in cui era precipitato fino alla palazzina in cui lo stesso cadavere è stato rinvenuto. Per entrambi, sono stati nominati due avvocati d’ufficio. Perché il corpo sarebbe stato spostato? Tutto fa pensare all’idea di occultare o simulare una morte per motivi diversi rispetto alla caduta dl ponteggio. Quali motivi? Cantiere non a norma o lo stesso operaio non regolarizzato da contratto? E i due indagati presi dal panico, tanto da arrivare a spostare il cadavere? E, quindi, inscenare una morte diversa.
"Adesso mi trovo a Varese – spiega Giovanni Borghi, proprietario della tenuta Mocajo – ma appena tornerò in Toscana mi metterò in contatto con i familiari dell’operaio per stare loro vicini e trovare un modo per farlo".