di Gabriele Nuti
Il silenzio e le parole. Nella chiesa di Bientina l’ultimo saluto a Davide Baronti, il camionista 49enne morto nella devastazione del deposito Eni di Calenzano, il silenzio ha avvolto l’intera cerimonia funebre. E le parole, toccanti e significative, del parroco don Ettore Baroni all’omelia e del sindaco Dario Carmassi alla fine del rito. Parole che sono arrivate dritte al cuore. E poi le parole del fratello di Davide, Luca e del collega della Mavet che all’uscita della bara ha suonato il clacson dell’autocisterna parcheggiata accanto alla chiesa. Lo stesso camion che guidava Davide.
"La comunità di Bientina e l’Italia tutta partecipano al dolore per questo drammatico evento – le parole di don Ettore durante l’omelia – Eventi che non dovrebbero mai accadere. Troppo assurda la morte sul lavoro. Non ci sono parole umane che possano lenire il dolore della moglie Rossana, dei figli Alessio e Samuele, della cara mamma Neda, del fratello Luca, dei familiari, parenti, colleghi di lavoro e amici che ricordano Davide per le sue doti umane e la sua bontà. Insieme alla vicinanza, quindi, l’invito ad alzare lo sguardo al Cielo. Nelle ferite di Gesù e di sua madre Maria entra il dolore di ognuno per questi morti innocenti e drammatiche. Ogni morte non è vana e il vostro dolore non va disperso nel nulla, ma può portare speranza per un mondo migliore. La vita non finisce in questo mondo. Siamo cittadini del Cielo".
Il sindaco di Bientina, Dario Carmassi, ha parlato di Davide Baronti come di "un pezzo della nostra comunità" e "tale deve rimanere soprattutto per ricordarci, a tutti, in particolare alle istituzioni, che non si può morire sul lavoro". Poi, rivolto alla vedova, ai figli e a tutti gli altri familiari di Davide, Carmassi ha aggiunto "non finiamo oggi di starvi vicino". "Vogliamo continuare a starvi accanto – ha concluso Carmassi – Questa lotta che in Italia sembra infinita dobbiamo vincerla. Lo dobbiamo a Davide da oggi". Insieme a Carmassi, in prima fila e con la fascia tricolore, anche un rappresentante dell’amministrazione comunale di Calenzano.
I colleghi di lavori di Davide Baronti si sono stretti in un simbolico abbraccio a lui e alla sua famiglia intorno all’altare e al feretro. "Amiamo questo lavoro – ha detto un collega di Davide – Per noi la cisterna è lavoro. Ma ci sono cose che devono cambiare non da parte degli autisti, che sanno bene quello che devono fare e sono formati dalle aziende. Ma più in alto, su altri livelli. Un grosso abbraccio a Davide. Ci manca tanto". "Mio fratello era una persona solare e gli volevano bene tutti, si faceva voler bene – il ricordo del fratello Luca Baronti – Anche io faccio il camionista, ma al di là del lavoro con mio fratello avevo un rapporto speciale. Eravamo sempre insieme. Davide va ricordato com’era. Un ragazzo solare. Il sole a mezzanotte".