Il disastro alluvionale porta non solo al calice amaro della conta dei danni, sia pubblici che privati, ma anche a una serie di riflessioni che giungono dai primi cittadini. Partiamo da Castellina Marittima, dove in località Le Badie la violenza delle piogge, quindi dei torrenti, ha scatenato l’inferno nella drammatica notte tra venerdì e sabato scorso. Intanto la coppia di anziani salvata in quelle ore drammatiche (l’acqua, nella loro abitazione, ha raggiunto 1 metro e 90 di altezza) ha trovato riparo in un appartamento messo a disposizione dal Comune.
"Insistono grosse criticità con il fango che ancora invade gli scantinati e le abitazioni fino ai primi piani - dice il sindaco Alessandro Giari - non abbiamo ancora una stima puntuale dei danni. E’ atteso per domani (oggi per chi legge, ndr) il sopralluogo da parte dei funzionari della Regione per una verifica preliminare". Le considerazioni del sindaco Giari: "In prima battuta, piogge che si riversano in forme così violente non sono più l’eccezione. Se gli effetti delle variazioni climatiche sono elementi consolidati, serve rispondere con un approccio diverso per modificare l’aspetto idraulico del territorio". In che modo? "Ci saranno ancora episodi, più o meno violenti, che insisteranno in area a rischio con presenza urbana - risponde Giari - Dobbiamo pensare a un risanamento morfologico, deviando il corso di torrenti e fossi affinché non invadano zone urbane. Le esondazioni devono essere guidate con altri sistemi, come casse di espansione. Ed è chiaro che questa riconfigurazione deve essere programmata a livello regionale e nazionale".
Qui Terricciola: a giorni sarà riaperto il ponte in località Fraschetta, mentre sono in corso le opere di ripulitura del torrente esondato da parte del Consorzio Bonifica. "Stiamo cercando risorse per aiutare il ristorante da Paquino, attività messa in ginocchio dall’alluvione - sottolinea il sindaco di Terricciola Matteo Arcenni - è chiaro che servono politiche diverse per arginare i disastri. Se i lavori vengono fatti, e bene, come accaduto ad esempio in località La Rosa, si possono prevenire catastrofi. Idem se fossi e torrenti vengono ripuliti con attenzione. Urgono investimenti importanti da Regione, Governo e enti preposti per prevenzione e salvaguardia del territorio. La sfida è uscire dalla visione dell’emergenza e entrare nell’ottica di una pianificazione strutturale".