Divieto di avvicinamento, quale misura cautelare, e rinvio a giudizio per un processo che prenderà il via il prossimo novembre. A giudizio un padre che deve difendersi dall’accusa di maltrattamenti in famiglia. Niente schiaffi e botte. Ma maltrattamenti psicologici. Secondo il copione accusatorio non ci sono, appunto, mai stati contatti fisici, ma carichi di violenza verbale nei confronti del bambino quando aveva dieci anni. Ma elementi, comunque, per la procura che integrano il reato contestato. L’uomo, un 45enne della
zona, comparirà a novembre in Tribunale per difendersi dall’accusa di aver sgridato e impaurito in più occasioni il bambino. Nel corso delle indagini, si apprende, il padre – ora imputato – è stato sentito, non avrebbe negato le sue arrabbiature, ma ha fornito una sua spiegazione. La scintilla che avrebbe scatenato la violenza verbale dell’uomo sarebbe stata la scelta operata dal minore circa lo sport da praticare. Il tutto in un clima di rapporti tesi tra l’uomo e la sua ex moglie. La parte offesa nel procedimento è parte civile con l’avvocato Andrea Pieri.
C. B.