
Il generale Agostino Martini, terricciolese
TERRICCIOLAIl generale Agostino Martini, nostro concittadino, è stato protagonista della storia italiana e della storia del nostro territorio dal 1916 al 1945, ovvero dalla Prima alla Seconda guerra mondiale. Il 24 maggio 1915, quando ha inizio la Prima guerra mondiale, il capitano Agostino Martini si trovava in Somalia, allora colonia italiana. Il 1 aprile 1917 fu promosso maggiore, poi viene richiamato dalla Somalia e assegnato al 14° reggimento Fanteria di Pinerolo al comando del terzo battaglione. Il 20 novembre 1917 prese parte a un’azione che ricacciò indietro l’occupazione nemica a Zenson di Piave. L’anno successivo, a giugno, il maggiore Martini sostenne con i suoi uomini l’attacco austro-ungarico al passo Costalunga sulle Dolomiti. Il 10 settembre 1918 venne trasferito alla Scuola di perfezionamento ufficiali. Dopo la guerra il generale è stato vice comandante dell’Accademia militare di Modena.
Durante la dittatura fascista in Italia fu assegnato al Regio Corpo della Somalia Italiana, altra colonia del Regno d’Italia. Dopo la proclamazione dell’Impero fu trasferito alla Divisione Laghi con tutto il quinto Raggruppamento e nel 1936 combatté nella guerra in Etiopia per poi rimpatriare nel gennaio 1937. Alla fine del 1937 il generale Martini venne richiamato in Etiopia ed assegnato al comando del Settore politico-militare dello Scioa e attuò molti interventi per placare le ribellioni degli etiopi contro l’occupazione italiana. Durante il secondo conflitto mondiale è stato il comandante di Gondar che, grazie alle sue capacità di comando, è stato l’ultimo presidio a cadere in mano agli inglesi in Africa Orientale. Tradotto a Nairobi, il generale ha assistito fino al decesso il viceré Amedeo Di Savoia Aosta. Gli Inglesi lo hanno liberato e rimpatriato in Italia perché coordinasse i Comitati di liberazione nazionali della costa.
Egli giunse convalescente a Terricciola nel 1943, e in quell’anno si adoperò per la liberazione. Nella notte del 14 luglio Leopoldo Rossi e Sandrino Montagnani si accordarono per il disinnescamento delle mine collocate dai tedeschi durante la ritirata. Il generale Martini inviò Rossi a incontrare i reparti alleati e e consegnò al caitano Mitchell il documento in cui il generale Martini aveva indicato le postazioni delle batterie tedesche. Così Terricciola venne liberata, anche se il giorno successivo, il 15 luglio, le truppe tedesche in ritirata colpirono il territorio provocando la morte di cinque persone. Il generale Martini è ricordato non solo per le sue qualità militari ma anche come grande conoscitore degli esseri umani, dote che gli permise di individuare gli uomini su cui fare affidamento. Notizie tratte dal libro di Carlo Rossi, "La storia e il generale. Il generale Martini" (collana L’Ancora, edizioni Cld Pontedera).