NICOLA PASQUINUCCI
Cronaca

Mazzanti automobili in crisi Decretata la liquidazione Ma il fondo resta in pista

Il tribunale boccia il concordato preventivo chiesto dall’azienda. L’interesse di un imprenditore per salvare il marchio. "Presto un incontro". .

di Nicola Pasquinucci

E’ sempre più in salita la strada della Mazzanti automobili di Pontedera, azienda che da decenni costruisce hypercar ormai note in tutto il mondo. Dal tribunale di Pisa è arrivato uno stop che si chiama liquidazione giudiziale, nuovo termine introdotto dal recente codice della crisi che ha esordito lo scorso luglio. Liquidazione giudiziale che potrebbe mettere, nel peggiore dei casi, la parola fine a un marchio che ha rappresentato l’eccellenza italiana nel mondo della quattro ruote “artigianali“. Ma c’è una luce in fondo al tunnel che potrebbe portare a una svolta. Come già scritto in queste pagine, prima dell’arrivo del decreto che annuncia la liquidazione, l’avvocato Stefania Civitavecchia del foro di Foggia, advisor legale della Mazzanti automobili srl, aveva annunciato che il fondo maltese-svizzero IFF Limited con a capo il Ceo, Sandro Paolo Di Benedetto, "manifesta l’interesse di voler acquisire la Mazzanti Automobili srl". Ebbene, l’interesse, conferma la stesso avvocato, rimane anche dopo esser sfumato il percorso del concordato preventivo. "Auspichiamo in un imminente incontro – dice Civitavecchia – tra il liquidatore e il fondo per avviare un percorso".

E il lavoro sarà delicato anche per capire se i 7 dipendenti rimasti a casa sono ancora disponibili e se la rete dei fornitori è disponibile a riallacciare i rapporti. La Mazzanti automobili è ferma da agosto interrompendo la produzione dei costosi bolidi. La fortunata ascesa del marchio si è fermata provocando una reazione a catena. Tra queste anche la dolorosa uscita di scena di Luca Mazzanti, patron della casa automobilistica. Poco dopo, il nuovo amministratore e presidente Marco Barone, con la nuova management, aveva chiesto la revoca di istanza di fallimento nella speranza di congelare l’azione di recupero di alcuni creditori e soprattutto fermare l’esecuzione mobiliare ovvero la vendita delle hypercar ancora custodite nel capannone. Ma le cose non sono andate secondo i piani. E ora per la Mazzanti la strada si è fatta sempre più stretta. Ma la parola fine ancora non è stata scritta.