Mega distesa di batterie. La battaglia alla svolta: "L’area non è idonea"

L’intesa fra Comune e Comitato di protesta passerà in consiglio comunale. Un fronte unico per spingere anche la Regione contro la nascita degi impianti.

Mega distesa di batterie. La battaglia alla svolta: "L’area non è idonea"

Mileo Ranieri con i cittadini nella zona di Postignano

La battaglia contro la distesa di mega batterie di accumulo per l’energia green sulle colline di Fauglia è arrivata ad un passo cruciale. Comitato di protesta e e Comune hanno raggiunto un’intesa per fare fronte unico: "dichiarare come area non idonea una zona di pregio che sarebbe fortemente compromessa dalle speculazioni di gruppi privati". E’ l’esito dell’incontro fra cittadini e amministratori che si è svolto nei giorni scorsi. Durante la riunione è stata consegnata la lettera di richiesta condivisa dal Comitato, contenente in maniera esplicita, l’istanza nell’inserire, come ordine del giorno nel prossimo Consiglio Comunale, "la dichiarazione di questa fattispecie e di portarla a conoscenza anche della Regione Toscana". Il sindaco Alberto Lenzi e il vice Carlo Carli, si apprende, hanno spiegato di aver già intrapreso un percorso, con l’assessora Monia Monni, proprio per riuscire a far si che il Comune di Fauglia sia preposto al ruolo di protagonista e non relegato a quello di gregario, in merito alle scelte che insistono sul proprio territorio. E’ un punto di partenza condiviso nella battaglia contro i giganteschi impianti. Il sindaco - spiega la nota del comitato – ha sottolineato che questa istanza è del tutto conforme al Piano Operativo Strutturale Intercomunale, siglato tra il Comune di Fauglia (capogruppo dell’intesa) e il Comune di Orciano Pisano. Il presidente del comitato – Mileo Ranieri – illustrato al Comune come, al momento, i temi focali siano tre: il Bess di Postignano (il primo di cui si è avuta notizia) che risulta già autorizzato; gli altri tre Bess per i quali è stato appena avviato il procedimento autorizzativo ed infine il fotovoltaico a terra che verosimilmente servirà ad alimentare le batterie di accumulo. Tutti hanno convenuto sull’opportunità che "dovranno essere individuati meccanismi di contrasto differenziati ma tutti uniti dal comune orizzonte dato dalla designazione delle aree non idonee".

Il prossimo passaggio dunque sarà quello che "proteggere" dalla batteria l’area di Postigano, evidenziando che si tratta di zona non idonea ad ospitare impianti di questa portata. Secondo le stime del comitato gli impianti in questione, se realizzati, avranno necessità, per essere alimentati, di circa 200 ettari di fotovoltaico. Una distesa di ferro e silicio che impatterebbe in maniera importante su una fetta preziosa di campagna toscana.

Carlo Baroni