SARAH ESPOSITO
Cronaca

Natale per tutti a Pontedera: nessuno va via senza aver avuto cibo e un sorriso

La mensa della solidarietà è aperta 365 giorni l’anno: "Essenziale non perdere il contatto con i bisogni"

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Pontedera, 24 dicembre 2022 - ​Un sacchetto con il cibo nella mano e sul viso il sorriso di chi conosce da vicino la sofferenza, perché la vede ogni giorno sul volto di chi bussa alla finestrella sul lato del Duomo. Siamo alla mensa della solidarietà a Pontedera, è l’antivigilia di Natale, anche se qui tutte le mattina, 365 giorni all’anno, le giornate iniziano sempre allo stesso modo. Tra i volontari c’è chi si occupa di fare il giro tra i locali del centro che destinano alla mensa paste, cornetti e pezzi dolci e salati invenduti. Intanto gli altri cominciano a preparare té e orzo caldo per la colazione. "In media – racconta Renzo Bartoli coordinatore della mensa – serviamo circa una ventina di colazioni e di pranzi. Chi viene qui la mattina si prenota per il pranzo, ma non lasciamo andar via nessuno senza cibo. Venti sono i pasti caldi, se finiscono distribuiamo qualcosa che abbiamo in magazzino, cercando di farlo nel miglior modo possibile. Il nostro obiettivo è non farci prendere dalla routine per non rischiare di perdere il contatto con i bisogni di chi abbiamo di fronte".

La mensa della Misericordia per adesso continua a servire i pasti in modalità asporto, un cambiamento delle abitudini arrivato con il Covid. "Spero che presto si torni al servizio al tavolo – continua – intanto, da circa un mese, abbiamo ricominciato con le docce. Chi vuole può prenotare il proprio turno la mattina. Cerchiamo di essere flessibili e accoglienti, ma sempre nel rispetto delle regole". Tra le 10.30 e le 11.30 la porta della mensa si chiude, ciò che è rimasto della colazione viene suddiviso in sacchetti e si prepara l’ambiente per sporzionare il pranzo che arriva già cotto dal vicino istituto San Giuseppe. Mentre le volontarie Giusy e Simonetta sono intente a preparare le buste per l’asporto, Antonietta aggiorna i registri. "Alla fine dell’anno – racconta colei che è il database vivente della mensa – prepariamo un report. Nel 2022 saranno stati oltre 8mila i pasti serviti mentre lo scorso anno sono stati 7.866, in più sono state 150 le persone che sono venute qui per la prima volta. Cos’è cambiato con la pandemia? Abbiamo visto tornare persone che erano riuscite a trovare un lavoro e a provvedere a loro stesse". Tra una consegna e l’altra sono tante le persone che portano pacchi di pasta, cibo a lunga conservazione, panettoni, pandori e sughi pronti. "A Natale probabilmente serviremo le lasagne – conclude Renzo – in genere la domenica e i giorni di festa il menù varia un po’. Poi taglieremo i panettoni che ci hanno portato. È importante per noi sapere che la città ha fiducia in ciò che facciamo qui". Sono le 11.20 quando dalla porta a vetri della mensa si intravedono le ombre di chi attende il pranzo. Al pasto standard si aggiungono degli extra: pane, latte, uova, tutto quello che c’è a disposizione, perché le ore senza cibo e senza sorrisi possono essere tante e lunghe da passare.