Mobilitazione per salvare la moda: "Stop ai campanilismi, stiamo uniti"

Il grido del settore e della filiera per resistere alla congiuntura e salvare il valore dei nostri distretti

Mobilitazione per salvare la moda: "Stop ai campanilismi, stiamo uniti"

C’è grande preoccupazione nel settore moda e in tutta la filiera della pelle: per i sindacati servono maggiori ammortizzatori sociali per resistere

La moda che soffre. La paura dei distretti. Comprenso quello di Santa Croce. Che i timori sono diffusi lo ha dimostrato la manifestazione di Firenze con delegazioni sindacali che hanno incontrato a margine del corteo il presidente Maurizio Bigazzi nella sede di Confindustria Toscana, sono state ricevute nel palazzo della Prefettura e hanno poi partecipato a un incontro nella sede del Consiglio regionale della Toscana, con il presidente Antonio Mazzeo, i capigruppo consiliari di tutte le forze politiche, gli assessori regionali Leonardo Marras, Monia Monni e Alessandra Nardini. Dai sindacati – Paolo Gozzani (segreteria Cgil Toscana) e Bernardo Marasco (segretario generale Cgil Firenze) – parole chiare: "Se non usciamo da questa crisi salvaguardando i posti di lavoro, in questo anno ci giochiamo il distretto di domani. Vanno messi in campo gli ammortizzatori sociali per tutelare i lavoratori: le 8 settimane stanziate non bastano e poi non riguardano alcuni settori importanti come concia, pelle e metalleria".

Silvia Russo, segretaria generale Cisl Toscana, ha detto: "Abbiamo bisogno di essere compatti nel tutelare il grande tesoro manifatturiero della nostra Toscana. Insieme: lavoratori e datori di lavoro, regione e governo, comunità territoriali oltre ogni logica di campanile. Per salvare la filiera di moda, accessoristica, concia e pelletteria occorre rideterminare logiche industriali diverse e competitive. Nel frattempo dobbiamo salvare subito lavoratori, salari e competenze, terzisti e aziende, sfidando i committenti e sollecitando il governo a varare un’operazione più ampia sugli ammortizzatori". Solo nel Cuoio il settore vale 6mila posti di lavoro. Paolo Fantappiè, segretario generale Uil Toscana, ha aggiunto: "Siamo di fronte a una crisi strutturale e non ciclica, molto difficile e mai vista negli ultimi 25-30 anni in Toscana o a livello nazionale. Serve una risposta importante da parte sia della Regione che delle parti datoriali - quindi a Confindustria - e soprattutto della committenza. Ci devono dare una risposta su come si può ripartire da questa crisi, che prevederà un completo cambio organizzativo del lavoro".

Intanto i capigruppo del consiglio regionale stanno lavorando per arrivare a una mozione unitaria sul tema della crisi del comparto della moda. Lo ha annunciato ieri il presidente Antonio Mazzeo che aveva auspicato che si arrivasse a trovare un accordo per un atto unitario di tutti i partiti.