Pontedera, 11 gennaio 2016 - «E’ STATA la bimba a svegliare la famiglia. Altrimenti sarebbero morti tutti e quattro». Parla il nonno Fulvio che si è precipitato all’ospedale per sincerarsi delle condizioni di sua figlia, 25 anni, del genero, anch’esso 25enne, e dei due piccoli nipoti, i maschio di 4 anni e la femmina di 7. Un’intera famiglia intossicata dal monossido di carbonio sprigionatosi dal braciere lasciato acceso per riscaldare l’appartamento. E a tal proposito il nonno lancia l’appello: «Aiutateli, da 10 giorni non hanno più il riscaldamento perché gli hanno staccato il gas per morosità. Qualcuno deve fare qualcosa. A momenti muoiono tutti».
UNA SITUAZIONE drammatica che ieri l’altro sera, intorno alle 23.30, ha avuto il suo culmine. E’ successo in una casa colonica alle porte della Rotta. La famiglia dorme, ma la figlia si sveglia per vomitare. Il padre sente la piccola e apre gli occhi, è frastornato e all’inizio non riesce a capire cosa stia succedendo. Si preoccupa della figlia, ma poi intuisce che i malori sono causati dal braciere rimasto acceso. Spalanca subito le finestre, sveglia la compagna (che poi sviene) e il figlio. Il piccolo riprende i sensi, ma si riaddormenta. Non c’è tempo da perdere e il giovane chiama il 118 che invia un’ambulanza. Ma il padre non vuole attendere l’arrivo dei soccorsi: carica i tre nell’auto e si precipita al pronto soccorso di Pontedera dove vengono caricati su due ambulanze per raggiungere la camera iperbarica di Santa Chiara. La madre e il figlio sembrano, all’inizio, quelli più gravi, ma per fortuna, con il passare delle ore la situazione migliora e dopo il trattamento nella camera iperbarica la famiglia viene nuovamente riportata all’ospedale di Pontedera. Una tragedia evitata per un soffio. «E’ possibile che una famiglia che è rimasta senza un lavoro sia costretta a fare a meno del riscaldamento, dell’acqua calda e del gas per cucinare? – dice il nonno di Terricciola – Chiedo alle istituzioni di intervenire. Da tempo i servizi sociali si occupano della famiglia, ma non basta».