Il processo d’appello sulla morte di Sara Scimmi, la giovane di 19 anni che fu trovata morta il 9 settembre 2017 a Castelfiorentino, dopo l’uscita da una discoteca, sulla strada regionale 429, riprenderà a febbraio. La corte vuol sentire tre consulenti tecnici. Unico imputato di omicidio colposo e fuga a seguito di incidente stradale è Milko Morelli, di Santa Maria a Monte, conducente di un tir che in primo grado, nel 2019, era stato assolto dalle accuse. La procura di Firenze impugnò la sentenza e nei giorni scorsi in aula il sostituto procuratore generale Sergio Affronte ha insistito per la riapertura dell’istruttoria, come previsto dalla riforma Cartabia. I giudici hanno accolto la richiesta e rinviato l’udienza per ascoltare il medico legale che fece l’autopsia e due esperti che ricostruirono la dinamica dell’incidente.
In primo grado, Morelli, fu appunto riconosciuto non colpevole in quanto, secondo i giudici, non c’era prova che la ragazza fosse viva quando le ruote del mezzo pesante la schiacciarono. La pubblica accusa - il pm Falcone che ha appellato l’assoluzione - aveva chiesto la condanna del camionista a 5 anni, ritenendo che le probabilità che Sara avesse subito un primo urto a causa di un’auto transitata poco prima del mezzo pesante fossero inferiori rispetto a quanto ritenuto dal collegio del tribunale.
Nessun mezzo, secondo gli inquirenti, se non quello del Morelli, aveva lasciato tracce potenzialmente attribuibili a frenate o a qualche impatto. La procura nell’atto d’appello che portato al processo di secondo grado, aveva contestato la sentenza del tribunale che vede in un precedente incidente, ad opera di un’auto rimasta ignota, la causa della caduta della giovane sulla linea di mezzeria. Una vicenda, la morte della ragazza, avvenuta in una notte che resta comunque carica di misteri sui quali la famiglia chiede da anni di fare piena chiarezza.
Carlo Baroni