"Niente può giustificare l’escalation. Sono furiosa con chi sta in silenzio"

Lo sfogo della vicesindaca di Pontedera, Carla Cocilova, da oltre 20 anni cooperatrice internazionale "Governi come il nostro ancora balbettano davanti a un genocidio e ad azioni militari di queste dimensioni".

"Niente può giustificare l’escalation. Sono furiosa con chi sta in silenzio"

La vicesindaca di Pontedera Carla Cocilova con il sindaco Matteo Franconi. Dopo un quinquennio come assessora, Cocilova da giugno è anche la vice di Franconi

PONTEDERA

"Niente può giustificare l’escalation in corso, che porterà solo altra morte e distruzione su interi popoli e sono incredula che tutto questo sia potuto succedere e sono furiosa con chi è stato in silenzio e con tutti quei governi come il nostro, che ancora balbettano davanti a un genocidio e ad azioni militari di queste dimensioni". E’ un passaggio del lungo post sulla sua pagina Facebook della vicesindaca di Pontedera, Carla Cocilova, sulla guerra in Terra Santa e Libano che sta facendo registrare una escalation preoccupante.

"Nel 2002 ho fatto il mio primo viaggio in Medio Oriente – racconta Cocilova – Damasco la prima tappa. Poi altri viaggi. Siria, un pezzo del mio cuore, Libano e le sue incredibili contraddizioni, Palestina generosa come solo quella terra e i suoi abitanti sanno essere. Ho poi visitato più volte Giordania e Iraq. Viaggi personali e per l’impegno nella cooperazione internazionale con Arci Toscana. Nei primi anni 2000 quello che vivevamo in quell’area era un progressivo senso di speranza".

"Ma nulla, poi la realtà è stata ben diversa – aggiunge la vicesindaca di Pontedera – L’occupazione illegale dei territori palestinesi è andata avanti ad una velocità impressionante nel silenzio della comunità internazionale. Ricordo bene la costruzione del muro avanzare, così come gli insediamenti dei coloni allargarsi sulla Cisgiordania, creando uno stato di apartheid. I racconti delle violazioni quotidiane dei diritti dei palestinesi. Gaza prigione a cielo aperto su cui sono stati scaricati tonnellate di esplosivi. Israele in mano a governi di ultra conservatori che hanno indebolito il movimento pacifista e la società civile che lavorava sul fronte dei diritti umani. Il Libano bombardato di nuovo nel 2006 per colpire Hizbollah e destabilizzare il paese. La Siria anni dopo ridotta in polvere".

"In questo quadro complesso in cui le analisi geopolitiche degli attori in ballo si sprecano – conclude Cocilova – ha vinto chi ha scommesso tutto sul commercio degli armamenti, chi ha permesso al ’baluardo dell’occidente in Medio Oriente’ di uccidere oltre 40.000 persone, tra cui almeno 17.000 bambini in un pezzo di terra da cui non potevano fuggire, di negare l’entrata degli aiuti, in violazione del diritto umanitario. Niente può giustificare l’escalation in corso... In Libano si dice ’c’è sempre speranza’ e sebbene sia molto difficile, credo sia dovuto mettere in campo quel poco che ancora possiamo per fermare questo orrore. E’ un dovere morale verso chi sta vivendo questo incubo sulla propria pelle".