di Ilenia Pistolesi
Un diritto negato poiché la dottoressa Patrizia Scida, ginecologa nominata come responsabile dell’unità funzionale consultoriale della Valdera, è obiettrice di coscienza? Un interrogativo che cade e che non ha ragion d’essere per le associazioni che ieri mattina si sono date appuntamento per imbastire un presidio di fronte a via Fleming, quartier generale del consultorio, un sit in nato contro la nomina della ginecologa obiettrice di coscienza e che ha voluto accendere nuovamente i riflettori sul diritto all’aborto a 44 anni dalla 194, la legge che consentì alle donne, in via legale, di praticare l’interruzione volontaria di gravidanza. Ne parliamo con la coordinatrice del presidio, Luisa Petrucci del coordinamento ‘Per la 194’.
Petrucci, esiste un caso Pontedera in Toscana?
"Esiste eccome. Pontedera è stata la città pioniera che, nel 2005 con il dottor Massimo Srebot, introdusse l’aborto farmacologico con la pillola RU486. Se torniamo all’oggi, con la nomina di una ginecologa responsabile che ha scelto di obiettare, vien da sé che siamo di fronte a un’arretratezza rispetto alle avanguardie di questa città".
In che termini possiamo affrontare la questione: etici e pratici?
"Intanto un medico obiettore che gestisce il personale e che deve occuparsi anche di interruzioni di gravidanza è un fattore che innesca una serie di pacifiche contraddizioni. Inoltre urgono altre precisazioni".
Prego.
"Deve essere tutelata la scelta del medico di obiettare, che si tratti di un aborto o di un fine vita, e questa è una scelta individuale le cui ricadute, però, hanno effetti sulla collettività. Il diritto delle donne di abortire è un diritto collettivo e la Regione Toscana ha precisi obblighi sull’applicazione della legge, anche con la mobilità del personale. Se si consente la nomina importante in un consultorio di una ginecologa che sceglie l’obiezione di coscienza, facciamo enormi passi indietro".
Esiste una lista di medici obiettori in Toscana?
"C’è un elenco che abbiamo chiesto alla Regione perché i pazienti hanno il diritto di sapere se scelgono un medico obiettore o meno. Ma la nostra richiesta è caduta nel vuoto. Intanto a giugno abbiamo richiesto un incontro con gli assessori regionali Simone Bezzini, Alessandra Nardini e Serena Spinelli per riavviare il dialogo sulla questione dell’obiezione di coscienza". Aduc, l’associazione per i diritti degli utenti e dei consumatori che ha sostenuto la vostra protesta a Pontedera, pone una domanda: “La Asl metterebbe mai un medico no-vax a occuparsi di vaccinazioni anti Covid“? E’ d’accordo?
"Un paragone calzante. E aggiungo che la nomina rappresenta, simbolicamente, l’andare a colpire una città che ha anticipato tutti sui tempi. Infine, dove vi è un medico obiettore, il numero di dottori che scelgono questa strada cresce".