CARLO BARONI
Cronaca

Nuovi guai per Maniero. Schiaffi ad una parente: "Già fissata l’udienza"

Divieto di avvicinamento alla vittima e l’apposizione del braccialetto elettronico. Ritirata la querela. Il legale: "Una vicenda che pare destinata a rientrare".

Da poco uscito dal carcere per una condanna per maltrattamenti, Felice Maniero è di nuovo nei guai. "Vero, confermo che a Felice Maniero è arrivato un decreto che fissa per aprile la prima udienza di un processo per maltrattamenti e lesioni personali", ha detto Umberto Iorio, l’avvocato che assiste da tempo l’ex capo della Mala del Brenta. All’origine dei nuovi guai giudiziari non ci sarebbe una nuova relazione sentimentale. In questa occasione Maniero avrebbe picchiato con schiaffi una donna, sua parente.

Un fatto che sarebbe avvenuto nei mesi scorsi, anche in strada. Per Maniero i giudici hanno così emesso un divieto di avvicinamento alla familiare, imponendogli inoltre l’apposizione del braccialetto elettronico, per monitorarne gli spostamenti. Per Felicetto è arrivato il relativo decreto di giudizio, con la fissazione dell’udienza. Nel frattempo, fa sapere il difensore di Maniero, Orlando Iorio, c’è stata la remissione della querela da parte della vittima: per il legale, insomma, una vicenda che "pare destinata a rientrare". L’ex boss, peraltro, al momento, ha ancora altri procedimenti penali aperti: è atteso lunedì prossimo davanti al Tribunale di Brescia, per un’accusa che si trascina dal 2016.

Nel 2017 lo ricordiamo, con le sue dichiarazioni ai magistrati della Dda di Venezia Maniero fece scattare arresti e sequestri a Santa Croce. "Felicetto" parlò agli inquirenti di un suo tesoro – miliardi vecchie lire – frutto di anni di criminalità e fece partire un’inchiesta per riciclaggio che destò clamore. Una vicenda che è già arrivata da tempo al capolinea della Cassazione sia sul fronte penale che per gli aspetti legati ai beni mobili ed immobili che furono oggetto di provvedimenti di confisca.

Oggi Maniero ha 70 anni e vive con una nuova identità in una località segreta, che gli permetterà di tornare nell’anonimato dopo che la precedente copertura, Luca Mori, era divenuta di pubblico dominio. Maniero – noto anche come Faccia d’Angelo – fu a capo di un’organizzazione spietata che aveva le sue basi nel Piovese, in provincia di Padova, e controllava traffici di droga e rapine. Dopo l’arresto del 1994 maturò il pentimento iniziando a collaborare con la giustizia.

Carlo Baroni