Montecerboli (Pisa), 25 ottobre 2016 - Finestre chiuse e luci spente: è deserta l’abitazione della famiglia Movila nella parte vecchia del paese di Montecerboli, piccola frazione della Val di Cecina dove sabato sera si è consumato il terribile omicidio-suicidio. I tre figli della coppia che abitavano in paese non ci sono. Accuditi e protetti dalle zie materne sono stati portati a Volterra, dove abitano e lavorano le donne, allontanati comprensibilmente da occhi indiscreti. Deserta anche la casa dove si è consumato l’atroce delitto: sulla strada di fronte gli operai hanno ripreso il lavoro al cantiere sulla 439.
Adesso però pensiero di tutto Montercerboli è per la famiglia dell’anziana nella cui abitazione è avvenuto il tragico omicidio-suicidio, e naturalmente per i tre ragazzi. «Cosa succederà ora a questi poveri figli? - si chiede una vicina di casa ancora addolorata e sconvolta per l’accaduto – Se i familiari che hanno qui non si potranno prendere cura di loro, è possibile anche che tornino in Romania da altri parenti». Del futuro dei figli di Nona e Petru Cornel Movila si occuperanno i familiari ed i servizi preposti. «Siamo in attesa di novità – dice il sindaco Loris Martignoni –. Al momento, come Comune, abbiamo le mani legate per aiutare i ragazzi, ma intanto ho già allertato la società della salute». «Non ho avuto modo di mettermi in contatto con le sorelle della povera Nona – aggiunge il primo cittadino di Pomarance - Noi siamo pronti a tendere una mano, appena gli inquirenti ed il tribunale dei minori ci daranno disposizioni».
Intanto l’associazione Le amiche di Mafalda, centro antiviolenza della Valdicecina, di fronte alla seconda donna uccisa nel territorio dopo l’omicidio di Sandra Fillini nel 2014, chiede di più alle istituzioni contro la violenza di genere. «E’ tutto talmente identico: la donna che cerca di separarsi, il marito che la uccide crudelmente, i figli che vengono dimenticati e lasciti lì ad assistere alla violenza - dice la presidente Anna Cavalli –. Noi purtroppo non eravamo venute a conoscenza della situazione di questa donna e questo ci amareggia ancora di più». «In un territorio così piccolo e disperso due casi di femminicidio in pochi mesi sono davvero tanti e ci fanno capire che c’è un fenomeno sommerso: non dobbiamo più esitare – aggiunge - Sono ferite che lacerano profondamente un’intera comunità e vanno affrontate nel modo giusto e concreto. Faremo alcune iniziative, tra cui qualcosa a Montecerboli per la giornata contro la violenza sulle donne».