Pontedera (Pisa), 27 ottobre 2024 – Kristian Emanuele Nannetti, 34 anni, ieri è comparso davanti al giudice del tribunale di Pisa. E, da quanto abbiamo appreso, nell’interrogatorio ha offerto ulteriori precisazioni su quanto già dichiarato agli inquirenti su cosa accadde nella notte fra l’11 e il 12 ottobre scorsi, quando incontrò e uccise Flavia Mello Agonigi, 54anni, brasiliana – ma cittadina italiana – con cui aveva fissato un appuntamento. All’esito dell’udienza – Nannetti era assistito dal suo legale, avvocato Massimiliano Calderani – il giudice non ha convalidato il fermo per mancanza del presupposto del pericolo di fuga. E, in attesa dell’autopsia e in mancanza dei necessari riscontri a quanto confessato dall’indagato, ha accolto la richiesta del pubblico ministero Giovanni Porpora e disposto la custodia cautelare in carcere per pericolo di reiterazione del reato. Il difensore di Nannetti, invece, alla luce del racconto del suo assistito e delle più particolari precisazioni fornite circa la dinamica degli accadimenti, aveva chiesto che il reato contestato – omicidio volontario e occultamento di cadavere – fosse derubricato in quello di eccesso colposo di legittima difesa o, in alternativa, in quello di omicidio preterintenzionale. Chiedendo quindi una misura meno afflittiva, ovvero l’obbligo di presentazione giornaliera alla polizia giudiziaria. Il trentaquattrenne, ha detto l’avvocato, ha riferito al magistrato “di essere stato aggredito e di essersi difeso”.
Ma torniamo a quella notte. La donna, arrivata a Sant’Ermo, venne fatta entrare in casa dal 34enne: l’accordo è per un incontro a pagamento. Ma succede qualcosa, secondo la confessione: dopo la prestazione scoppia una lite sul prezzo, perché lei avrebbe preteso soldi in più. Secondo Nannetti i due all’inizio si sarebbero spintonati più volte. Poi la vittima lo avrebbe preso per il collo e lui, sentendosi soffocare, l’avrebbe colpita in testa con una bottiglia d’acqua che poi cade a terra in frantumi. La donna, però, avrebbe reagito ancora, afferrandolo per il collo. La vittima era una donna robusta, alta più di un metro e ottanta. Lui, più basso, a quel punto, non essendoci luce nella casa – l’abitazione è priva di energia elettrica – avrebbe allungato una mano, ha raccontato, per cercare qualcosa con cui difendersi e liberarsi dall’ira della donna: la trova sul tavolo, ed è un coltello, lo afferra, e colpisce quattro volte fra la spalla e l’addome Flavia. Fendenti che si riveleranno fatali e che saranno messi sotto la lente dall’esame autoptico: il conferimento dell’incarico è previsto per martedì prossimo.
Dopo quella colluttazione, seguita dalle coltellate, Flavia è a terra esanime. Nel panico, Nannetti ha preso il corpo, lo ha coperto con sacchi e con una specie di telo nel tentativo di nasconderlo, e poi – secondo quanto ricostruito – ha raggiunto la cantina, e gettato i resti di Flavia in una cisterna insieme all’arma del delitto. Gli stivali della donna e le chiavi della sua macchina sono stati trovati dagli inquirenti nella casa del 34enne. Quando i poliziotti, trovato il corpo della donna, sono saliti in casa da Nannetti lui ha subito ammesso: “Si, l’ho uccisa io”.