CARLO BARONI
Cronaca

Operazione Blu mais Prende il via il processo Al centro le intercettazioni

Otto imputati devono difendersi davanti al collegio del tribunale di Pisa. Secondo l’accusa quelli che erano rifiuti era stati spacciati per concimi.

Operazione Blu mais Prende il via il processo Al centro le intercettazioni

di Carlo Baroni

Si inizierà dalla intercettazioni telefoniche e dall’incarico al perito per la trascrizione. È il maggio del 2017 quando i carabinieri "ascoltano" il dialogo tra i due agricoltori finiti nei guai: "Volevo fare un altro giro perché hanno fatto le chiazze blu... ho trovato tutto il blu insieme". E l’altro, spaventato, chiede: "Ma rimane roba scoperta?". Ecco perché l’inchiesta – condotta dalla procura distrettuale di Firenze – è stata denominata ‘Blu Mais’. Tant’è che dalle carte d’indagine – in particolare dalle intercettazioni – sarebbe emerso, appunto, che nei campi erano venute fuori anche chiazze blu. Ha preso il via in tribunale a Pisa, il processo innescato dalla prima inchiesta che tre anni fa mise in discussione la spinta del comparto conciario verso una piena economia circolare, coinvolgendo esponenti di spicco del mondo della pelle e un impianto strategico del Comprensorio, il Consorzio Sgs. A giudizio, a vario titolo: Marino Signorini, 75 anni, presidente del Consorzio Sgs nel periodo dei fatti contestati; Giancarlo Petrecca, 73 anni, allora amministratore delegato dell’Sgs; Giancarlo Bernini Carri, 45 anni, responsabile del laboratorio analisi; l’agricoltore Rossano Rosini, 59 anni di Montopoli; Andrea Biasci, 53 anni, agronomo pisano; l’agricoltore Beniamino Rosini, 26 anni di Montopoli. A processo anche altri due imputati entrati nell’inchiesta nella fase finale delle indagini: Leonardo Volpi, 50 anni, in qualità allora, prima di presidente del consiglio di Sgs e poi, dal marzo 2020, nelle veste di liquidatore del Consorzio stesso; Silvia Rigatti, 48 anni, in qualità di amministratore unico di Hydro Spa, la nuova società che è nata dopo la messa in liquidazione di Sgs. Al centro rifiuti ritenuti smaltiti in violazione delle norme in materia, sia anche 150 ettari di terreno coltivati a grano e mais nelle province di Pisa e Firenze che sarebbero stati inquinati (tra il 2016 e il 2018 ) da 24mila tonnellate di rifiuti speciali del distretto conciario smaltiti, secondo le indagini, illecitamente come concime grazie a documenti falsi che li avrebbero fatti apparire quel che non erano. Secondo l’accusa erano da considerarsi rifiuti speciali contenenti sostanze pericolose in elevate concentrazioni. I terreni dalle analisi effettuate sarebbero risultati presentare "una rilevante concentrazione di cromo anche esavalente e idrocarburi". Si riprende a luglio. Poi a dicembre.