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Volterra, 27 dicembre 2019 - Quarantotto ore per strappare una diagnosi lungo l’asse Santa Maria Maddalena-Lotti. Un ping-pong fra i due ospedali, un’odissea patita da un insegnante di educazione fisica di Volterra che si è visto "rimpallare" fra le due strutture sanitarie dopo un infortunio ad un occhio avvenuto a seguito di una pallonata ricevuta in palestra. L’infortunio risale al 17 dicembre scorso, ma l’uomo decide di farsi visitare al pronto soccorso il giorno dopo a causa della vista rimasta annebbiata. Il paziente, dopo essere stato visitato da un oculista, viene dirottato su Pontedera per effettuare un esame diagnostico più approfondito, che risulta poi negativo.
L’uomo chiede di chiudere la pratica aperta al pronto soccorso di Volterra, da Pontedera torna appunto al pronto soccorso del Santa Maria Maddalena ed il medico risponde che avrebbe potuto solamente provare a contattare il primo specialista che lo aveva visitato. Specialista che, telefonicamente, rassicura il paziente, ma senza aver visto il referto di Pontedera. L’uomo torna al lavoro, ma i guai continuano a presentarsi a causa della pratica del pronto soccorso da chiudere e della necessità di una visita per portare a compimento il percorso con una diagnosi scritta.
Quindi , ecco che l’uomo ricontatta l’ospedale di Volterra e riesce a parlare con un oculista, che fa presente di essere in servizio fino alle 12.30. Il paziente si catapulta in ospedale (sono le 12.15) ma, arrivato il suo turno (alle 12.45) il medico specialista informa di non poter chiudere la trafila perché per farlo avrebbe dovuto visitare il paziente, ma l’orario era scaduto. Nonostante l’uomo fosse arrivato prima dello scadere del tempo. Niente da fare, e l’uomo viene nuovamente spedito a Pontedera dove finalmente riesce ad avere una visita completa con un nuovo esame ed una diagnosi definitiva. Insomma, non un caso clinico grave ma una via Crucis di 48 ore per ottenere sostanzialmente una diagnosi definitiva. I.P.