Scatta il conto alla rovescia che porterà i cittadini di Peccioli e Lajatico al voto per il referendum consultivo sul Comune unico. Urne aperte, ricordiamo, domenica 10 e lunedi 11 dicembre prossimi.
Sindaco Renzo Macelloni, qual è la portata storica di questa chiamata elettorale?
"È una proposta di servizio e non una scommessa politica: questo è il punto primigenio del referendum. Ciò significa che io e il collega Alessio Barbafieri contiamo per uno. Gettiamo uno sguardo al report di Irpet: ebbene, emerge che la resistenza maggiore alla fusione arriva proprio dagli amministratori. Noi rovesciamo questa statistica perché siamo sindaci portatori di un progetto di innovazione per le comunità e vorrei, in tal senso, far notare un aspetto".
Prego.
"Questa forte resistenza al processo di fusione arriva, non a caso, da un ex sindaco (Fabio Tedeschi, del comitato ‘Lajatico non è fusione’, ndr), che forse aveva intenzione di ricandidarsi a Lajatico il prossimo anno. E questo è un interesse personale, non del territorio".
Veniamo al capitolo che riguarda la sfida sotto il profilo economico: quali i vantaggi?
"Risorse come ossigeno per avviare investimenti strutturali: contributi pari a circa 18 milioni in 15 anni, con il governo che pochi mesi fa ha prorogato di ulteriori cinque anni, da 10 a 15, i trasferimenti per le comunità che scelgono la fusione. Segno evidente che il tema è caro a tutte le forze politiche, siano esse di centro destra o di centro sinistra".
Qual è la visione che spinge verso la fusione?
"Guardare avanti e non indietro. Vede, un amministratore deve essere portatore di un progetto che ha un orizzonte futuro, perché per tappare una buca sulla strada è sufficiente un ufficio tecnico. Abbiamo formulato una proposta su cui decideranno i cittadini che è fondata sul principio di quanto sia più proficuo divenire una sola comunità con i suoi 12 campanili. Peccioli, Lajatico, Orciatico, Fabbrica: ogni luogo sarà sempre portatore della sua storia"". Identità, appunto: il comitato No Fusione ha parlato più volte della perdita della cifra identitaria del luogo in caso di fusione.
"Da chi si oppone, ho sentito tesi insostenibili e critiche, senza una visione del territorio".
Quindi resta valido il suo mantra, da soli non andiamo da nessuna parte…
"Esatto. Dal ‘97 qui è matura la convinzione che i piccoli Comuni, da soli, non possono reggere alle sfide che i cittadini chiedono. E sono grandi sfide: essere a Peccioli come essere a New York, il nuovo polo scolastico che, di per sé, sarà attrattivo e innovativo. Il turismo in un territorio dove già si conosce un’importante crescita e che, con la fusione, sarà volano per tutta la Valdera. Fare di questo territorio un centro di respiro internazionale. E ciò, non lo si può fare con sovrastrutture come le Unioni dei Comuni".
Perché?
"Sono enti doppione, transitori, non dal carattere permanente, e anche nel caso in cui le Unioni sfornino servizi integrati, da parte di un Comune è una cessione di sovranità".
Ilenia Pistolesi