Continua a far discutere il piano operativo, ovvero il programma del riapertura della fabbrica dopo la lunga pausa delle festività, presentato a inizio mese dalla Piaggio. Ora è il turno della Cisl che vuole fare chiarezza sul perché non ha sottoscritto il piano che ha portato nuova cassa integrazione spalmandola in più settimane con rientri scaglionati a seconda dei reparti. "Non abbiamo firmato l’accordo perché non è un piano a lunga visione e mancano dei dati". Sottolinea Flavia Capilli, segretaria regionale dei metalmeccanici Cisl che non nasconde le sue preoccupazioni in vista dei prossimi appuntamenti con l’azienda. Il primo è fissato per il 27 gennaio e riguarderà l’accordo di prossimità, ovvero il piano dell’ingresso degli stagionali che saranno impiegati in primavera per far fronte al picco di produzione. "Siamo incerti sull’opportunità di presentarci o no a questo incontro – aggiunge Capilli – perché ci mancano i dati sui carichi di lavoro, sul piano di produzione a serve una visione più lunga perché non si può procedere così a piccoli passi. E visto che l’azienda passa dalla cassa integrazione all’accordo di prossimità con questa velocità, e visto che sono cose quasi in antitesi tra loro, non possiamo firmare tali accordi". Ma perché Fim Cisl ha cambiato atteggiamento rispetto al passato? "Perché i periodi di cassa integrazione si stanno un po’ allungando – aggiunge la sindacalista – Prima era concentrata a dicembre, ma ora arriva fino al 17 febbraio anche se è vero che l’azienda ha riaperto prima alcuni reparti".
Gli fa eco Andrea Parra della Rsu Fim: "La nostra organizzazione è sempre stata pronta per un confronto partecipativo e negli anni passati siamo stati protagonisti nel gestire le varie situazione firmando accordi preceduti da mediazione e confronto tra le parti". E Parra pensa all’appuntamento del 3 febbraio alla Camera di commercio di Pisa quando Piaggio e sindacati discuteranno dell’integrativo. "Fim Cisl è disponibile a discutere tutte le altre argomentazioni: sicurezza, andamento lavorativo, apertura Naspi volontaria e trasformazione dei precari in tempo indeterminato", conclude Parra. E il collega della Rsu Fim, Simone Frassi aggiunge: "I lavoratori sono preoccupati e lo sono anche tra le sigle sindacali. E noi come sempre non rinunciamo a sedersi con l’azienda".