Pomarance, 31 marzo 2018 - Un rapinatore seriale di banche che stava per colpire anche in Alta Valdicecina. Nella giornata di ieri, durante l’interrogatorio nel carcere di Grosseto, ha vuotato il sacco: l’uomo, infatti, non solo si è complimentato per l’attività investigativa svolta nei suoi confronti, ma ha addirittura indirizzato i carabinieri verso il covo dove teneva celato il kit del «buon rapinatore».
Alcuni militari in abiti civili hanno percorso un sentiero di un’area boschiva di Pomarance, vicino alla frazione di Montegemoli e sotto un cumulo di macerie hanno rinvenuto la sacca indicata dal malfattore. Era lì perché quei dintorni erano stati scelti dal rapinatore per il compimento di altri colpi, che sono però fortunatamente rimasti solo nelle intenzioni, grazie al certosino lavoro svolto dai carabinieri di Siena. All’interno del contenitore i militari hanno trovato la pistola che cercavano, una scacciacani nera priva di tappo rosso ma totalmente simile ad una pistola vera, completa di 48 chiassosissimi colpi, la sacca nera tante volte osservata nei video registrati dalle banche, una collezione di porzioni di collant da donna e un berrettino da pescatore a falde larghe, utili per futuri travisamenti. Ma la collezione di oggetti non finisce qui: i carabinieri hanno rinvenuto la fasciatura utilizzata per occultare i tatuaggi dell’avambraccio destro, in occasione delle rapine svolte in periodo estivo, due coppie di targhe rubate, fra le quali quelle apposte alla Renault Modus impiegata durante alcuni colpi e il cacciavite utilizzato per i cambi targa.