SAVERIO BARGAGNA
Cronaca

Ponsacco, quindici giorni senza campane

Inviate a Genova per essere restaurate, il campanile di San Giovanni Evangelista non suonerà. Don Armando: "Costoso intervento"

di Saverio Bargagna

Domenica le campane della chiesa di Ponsacco non suoneranno a festa, il campanile è muto da ieri mattina. Tutta colpa delle due campane inviate a Genova per un ‘ritocchino’ (mai parola fu più azzeccata) necessario dopo più di un secolo di vita. Affare non da poco visto che tirare giù quei ‘bestioni’ da un campanile di 36 metri non è affare banale. "Ma tuttavia è un intervento necessario – spiega don Armando Zappolini –. Ci siamo accorti che due campane avevano dei problemi e abbiamo deciso di rimandare l’intervento a dopo le feste. Abbiamo atteso quindi la domenica dopo l’Epifania per darne l’annuncio".

Annuncio puntualmente giunto nel corso della Santa Messa di domenica. "Le campane saranno smontate e portate a Genova per essere riparate – ha spiegato don Armando all’assemblea – . Si tratta di un intervento necessario, ma anche piuttosto costoso". Una spesa di oltre 15mila euro: "Per questo speriamo che la comunità ci sostenga con la consueta generosità". Ieri mattina quindi sono state avviate le complesse operazioni ad alta quota. Le due campane sono stata caricate sul camion e torneranno in paese fra una quindicina di giorni.

Fra l’altro Ponsacco ha una storia secolare di campane e leggende ad essere collegate. Attualmente conservata nel Battistero, infatti, si trova una preziosa campana fatta fondere nel 1372 dal nobile notaio Jacopo Appiano, e donata alla sua pieve. Attorno a questa campana, per altro, è sorta anche una curiosa leggenda. Secondo la tradizione popolare, infatti, durante un terribile terremoto le campane del campanile dell’antica pieve di San Giovanni Battista e Santa Maria precipitarono dentro al pozzo. Per recuperarle i ponsacchini provarono a togliere l’acqua, ma questa non diminuiva mai. Quindi decisero di calare un gatto legato ad una corda così da cercare di capire quanto fosse profonda l’altezza. Ma quando la povera bestiola tornò su ecco che la sua pelle era coperta di bruciature. Allora i ponsacchini ritennero che quel pozzo fosse collegato direttamente con l’inferno. Strana credenza popolare: Ponsacco e la via maestra per l’inferno sotto casa. Chissà che ne pensano i pontederesi...