
Marco Vannini
Pontedera, 27 aprile 2018 - Ci sarà anche il cuore della città della Vespa a stringere in un abbraccio i familiari di Marco Vannini, la cui morte ha già visto una sentenza di primo grado. Alessandro Signorini, 50enne di Pontedera, partirà il 12 maggio a piedi da Pontedera per raggiungere Ladispoli il 18, giorno dell’anniversario della morte del ventunenne che venne portato in ambulanza, secondo l’accusa, al punto di primo soccorso di Ladispoli oltre un’ora dopo lo sparo che alla fine l’ha ucciso. E ai soccorritori la famiglia Ciontoli – la famiglia della sua fidanzata nella cui casa successe il fatto – avevano detto, è emerso nel processo, una serie di bugie: che il giovane era scivolato, poi che aveva avuto un attacco di panico dopo uno scherzo, e che si era ferito con un pettine. Invece ad ucciderlo fu un colpo di pistola uscito dall’arma del suocero, Antonio Ciontoli, sottufficiale della Marina Militare, condannato a 14 anni per omicidio volontario. Per gli altri familiari, presenti quella sera, ci sono state tre condanne a tre anni per omicidio colposo e un’assoluzione.
Alessandro Signorini è uno di quelli che non si sta. Lui che conosce bene il dolore che può vivere un familiare in queste circostanze: nel 1993 perse un nipote, a Prato, Emiliano Giovannini, fulminato da un colpo di pistola alla nuca. Il giovane ebbe un diverbio stradale con un soggetto che, per quella frizione verbale, lo inseguì, lo raggiunse e gli sparò «Anche in quel caso l’assassino fu condannato a 14 anni dopo vari processi – ricorda Signorini –. Ma all’iniziativa per Marco Vannini ci sarò non solo in memoria di questa triste storia che ha toccato profondamente la nostra famiglia, ma per unire la mia voce contro il sistema giudiziario a quello di tantissime altre pesone del nostro Paese». Signorini si è dato un crono programma da quaranta chilometri al giorno con il quale sarà puntuale all’iniziativa nel giorno dell’anniversario della tragedia. Si tratta di una fiaccolata per Marco Vannini promossa da cittadini e commercianti: partirà dal Comune di Ladispoli per raggiungere Cerveteri.
«Si tratta di un’iniziativa – dice Signorini – per dare vicinanza a Marina e Valerio, i genitori del povero ragazzo ucciso a 20 anni, dall’altra per protestare contro la sentenza del tribunale di Roma». A livello giudiziario, ovviamente, il caso non è chiuso. I fari sono puntati sul pm, Alessandra D’Amore. Il magistrato farà ricorso contro la sentenza della Corte d’Assise? Prima di decidere dovrà comunque leggere le motivazioni della sentenza del Collegio giudicante della Corte, presieduto da Anna Argento con il giudice a latere, Sandro Di Lorenzo. «Vergogna - urlò la madre di Vannini, Marina Conte uscendo dall’aula - non posso più credere nella giustizia: riconsegnerò la mia scheda elettorale perché mi vergogno di essere una cittadina italiana».