
di Michele Quirici
Pontedera è sempre stata “terra di passo”, un luogo di commerci, di scambi, di mercati, di ciminiere e di fatali incontri. La nostra città ha accolto gente da ogni dove che qui ha trovato nuova patria e si è “impastata” con l’acqua dell’Arno e dell’Era. Nel nostro sangue scorre anche quello garfagnino e lunigiano da quando la Signoria di Firenze nel 1454 dispose che vi si trasferissero 100 famiglie da Camporgiano ed altrettante da Albiano e Caprigliola. Tanti si sono trovati qui per caso o per ventura, ma qualcuno per scelta e vi ha impiantato la propria attività.
Uno dei primi imprenditori che “pensò” a Pontedera, fu Enrico Bougleux che nel 1846 costruì un mulino a vapore da affiancare a quello già posseduto a Livorno. Il francese “toscano d’adozione” sperimentò qui nuovi metodi di produzione e ideò delle caldaie a vapore veramente innovative. Storia più conosciuta invece è quella della famiglia svizzera dei Crastan che nel 1870 costruì a Pontedera il celebre stabilimento di surrogati di caffè. Dall’Engadina, nel canton Grigioni, provenivano anche i Pitschen che ebbero grande fortuna in città con i loro prodotti coloniali e la mitica pasticceria. Da Novi Ligure invece arrivò la famiglia Delle Piane che creò a Pontedera il Cotonificio Ligure Toscano e da Livorno Dino Dini patron delle Manifatture Toscane. Nel 1901 la prima pagina di un giornale pisano pubblicava un articolo dal titolo, “Le industrie a Pontedera”: "Fra pochi mesi vedremo sorgere in questo paese una nuova industria, quella cioè della stamperia dei tessuti. Nei giorni decorsi, nell’assemblea generale degli azionisti di questo Cotonificio Ligure Toscano, fu approvato il progetto per aggiungere alle altre lavorazioni quella della stampa dei tessuti. A tale scopo fu deliberato di elevare il capitale sociale, che ora è di lire 225,000, a lire 1,000,000 il quale è già stato tutto sottoscritto e fu pure autorizzato il Consiglio d’amministrazione a fare nuove emissioni di azioni fino alla somma di lire 1,500,000 quando lo crederà opportuno per dare al lavoro di questo stabilimento il massimo sviluppo. Constatiamo con piacere che da qualche tempo, non solo le industrie già esistenti a Pontedera segnano una via di progresso, ma come altre ed importanti industrie siano venute a stabilirsi fra noi. Fra queste rileviamo principalmente la fabbrica d’amido della Ditta Figli di Luzio Crastan, la Tessitura in greggio Dini e C. e la Stamperia che sorgerà in breve, con grande vantaggio della classe operaia la quale, si spera, non avrà più bisogno di emigrare per andare in cerca di lavoro.
Sappiamo pure che si stanno facendo attivissime pratiche perchè s’impianti qui una fabbrica di zucchero di barbabietole, e vogliamo sperare che i nostri possidenti e capitalisti presteranno tutto il loro aiuto per non fare abortire quest’impresa che sarebbe d’immenso vantaggio per il nostro paese. Se al progresso industriale si aggiunge quello intellettuale, derivante dal Ginnasio e dalle scuole d’arti e mestieri da pochi anni qui sorte, è dato sperare che, in un
periodo di tempo non lontano, il nostro paese assurga a quel benessere civile e materiale riservato oggi a quelle città ove sono maggiori la cultura e l’industria".
L’elenco potrebbe proseguire ma non possiamo non citare la Cucirini Cantoni Coats nata dalla fusione tra le Fabbriche Italiane di fillati Cucirini e la scozzese F. P. Coats di Plaisley che a Pontedera creò un grande stabilimento e il genovese Rinaldo Piaggio che negli anni venti acquistò la mitica C.M.N. (Costruzioni Meccaniche Nazionali) cominciando una produzione aeronautica.