
Pontedera vista dai forestieri "Florida e popolata si da poter stare a petto di alcune città secondarie"
di Michele Quirici
Ogni angolo di questa terra è stato descritto, studiato, illustrato molte volte, ma se di alcuni luoghi rintracciamo molte di queste memorie, per Pontedera la ricerca è avara. Uno degli affreschi più completi della nostra città compare nell’undicesima dispensa delle “Letture di Famiglia” edita a Firenze nel maggio del 1857. L’ottimo periodico accoglieva “scritti originali di educazione istruzione e ricreazione intellettuale” ed era “compilato da una società di giovani sotto la direzione di Pietro Thouar”. Quest’ultimo, con Mariano Cellini direttore della stamperia Galileiana aveva fondato il giornale nel 1847 con il titolo “Il Catechismo politico o Giornaletto pei popolani” che, l’anno successivo assunse il nome di “Letture politiche o Giornaletto del popolo” trasformandosi nel 1849 in “Letture di famiglia-Giornaletto”. L’articolo che riguarda Ponte d’Era è firmato L. N. e si intitola “Notizie storiche e topografiche di Pontedera, Ponsacco, Cascina, Fauglia, Peccioli, Palaja, Vicopisano, Buti, Capannoli, Lajatico, Colle-Salvetti”. L’estensore dello scritto per realizzarlo si serve di una “fonte locale” e sottolinea questo prezioso intervento in una nota: “Rendo qui le debite grazie al Signor Giuseppe Lambardi d’Empoli, per avermi procurato notizie utili su Ponte d’Era, ove insegna pubblicamente con molta soddisfazione degli abitanti”.
Ecco quello che riferì il buon maestro delle scuole comunali: “Ponte d’Era è delle principali terre della Toscana, florida e popolata si da poter stare a petto di alcune città secondarie. Siede sull’Era vicino al luogo dove influisce nell’Arno. Ha un bel ponte di marmo presso al suo fabbricato. È traversata dalla Via regia che da Firenze conduce a Livorno, ed ha altre vie, ma questa è la principale, e larga e diritta e con buone abitazioni, e botteghe. La sua collegiata ha de’ buoni quadri quale del Luti, quale del Cigoli, quale dell’Empoli, e qualcheduno attribuito al Frate. Essendo di dimensione sproporzionata alla popolazione crescente, è stato providamente messo mano ad altro tempio assai più vasto; pel quale tutta la maggior parte della popolazione si è messa a contributo settimanale, il Municipio ha dato 3mila lire, 7mila la Propositura, 50mila il Governo. Se così si operasse altrove, avremmo chiese conformi alla necessità dei luoghi ed al loro splendore. Ha due posti gratuiti di seminario, sette letti nello spedale di Pisa, e la Confraternita della Misericordia ha aperto provvisoriamente un ricovero per alcuni ammalati. Le Nazarene assistono i malati, istruiscono le povere femmine (vivono limosinando). Pe’ maschi una scuola primaria, e le secondarie, ove si insegna anco il disegno lineare. V’è pur qualche scuola privata. Ma tuttociò è poco ai bisogni locali“.
“Lodevole poi è la congregazione di S. Vincenzio dei Paoli, e dà buoni frutti. In una piazza capace fu trivellato un pozzo artesiano – si legge ancora nello scritto – Ma queste come pure l’acque de’ pozzi sono insalubri: per soli 9 mesi dell’anno questa popolazione beve acqua limpida attinta dalle cisterne, ma (si dice) lamentando con Geremia: Aquam nostram pecunia bibimus!”…