
Monaci indicano il terreno della cava dove sorgerà il primo monastero buddista costruito interamente in Europa che sorgerà a Pomaia. Ieri a il progetto è stato presentato al Palazzo Bovara a Milano per illustrare tutti i dettagli
POMAIAArchitettura e spiritualità in dialogo nel monastero buddhista, il primo della tradizione tibetana in Italia e il primo in Europa a essere edificato da zero. Ieri mattina, la Sala Castiglioni di Palazzo Bovara a Milano, ha ospitato la presentazione del progetto a cura della Fondazione Sangha ETS e l’Associazione Monastica Sangha Lhungtok Choekhorling. "Da oltre 50 anni Pomaia – ha aperto Massimo Stordi, Presidente dell’Associazione Sangha Lhungtok Choekhorling – è un punto di riferimento per il Buddhismo in Occidente. L’incontro di questa mattina rappresenta per noi l’opportunità di rafforzare il dialogo interreligioso e, al contempo, raccontare il ruolo generativo e profondamente sociale delle comunità monastiche che scelgono la vita contemplativa al servizio degli altri. Il nostro progetto accoglie anche chi adotta un diverso stile di vita e ambisce a promuovere la diffusione di un messaggio di pace, armonia e benessere a vantaggio dell’intero Paese".
Il monastero sorgerà nella cava dismessa nelle immediate vicinanze del già presente Istituto Lama Tzong Khapa. Un’area segnata dal trauma ambientale dell’escavazione che verrà recuperata anche con la realizzazione di un Parco della Contemplazione e della Pace accessibile a tutti. Un’importante opera di riqualificazione ambientale che prevede una rete di sentieri con installazioni interreligiose e di educazione ambientale. Dalla corte esterna del monastero si giungerà a un ampio portico, collegamento con gli spazi interni e introduzione alla sacralità dell’edificio. L’ambiente centrale, a doppia altezza, sarà dominato dall’altare principale, cuore pulsante delle attività rituali. Al secondo piano, aperto su una terrazza panoramica, ci saranno gli alloggi, mentre il terzo e ultimo piano sarà a uso esclusivo di Sua Santità il Dalai Lama per ospitare il leader spirituale in visita presso il Monastero. "Questo Monastero – ha spiegato l’architetto Gino Zavanella, capo progettista che, tra le opere più note, ha firmato il progetto dell’avveniristico Juventus Stadium – rappresenta un traguardo storico per il nostro Paese: un progetto di tale portata, infatti, non è solo un’opera architettonica, ma il risultato perfetto della contaminazione tra cultura, apertura spirituale e arricchimento dell’intera comunità e, al contempo, un punto di unione tra la tradizione buddhista e la cultura occidentale".