GABRIELE NUTI
Cronaca

Pro e contro dei prodotti a km 0 sulle nostre tavole

Se da una parte i prodotti agroalimentari della filiera corta ci danno tanti benefici, dall’altra siamo veramente disposti a rinunciare...

Disegni realizzati dalla 5^ A di Capanne

Disegni realizzati dalla 5^ A di Capanne

Se da una parte i prodotti agroalimentari della filiera corta ci danno tanti benefici, dall’altra siamo veramente disposti a rinunciare ad alcuni alimenti, come i frutti esotici? La nostra dieta oramai è abituata a non poter fare a meno di alcuni frutti come la banana o l’ananas, che sono presenti nella nostra alimentazione. Inoltre la grande distribuzione ci ha ormai addestrati ad avere sempre tutto a portata di scaffale e dunque non è detto che saremo in grado di rinunciare ad alcuni privilegi.

La legge 61 del 17 maggio 2022 tutela e valorizza la promozione dei prodotti agricoli provenienti da filiera corta, ma non controlla effettivamente come agisce il piccolo contadino e se non utilizza pesticidi. Insomma il km 0 non è sempre sinonimo di biologico. Questi generi alimentari non possono essere venduti in un luogo distante più di 70 chilometri da quello in cui sono stati coltivati, ma la vicinanza del produttore non è sempre una garanzia.

Abbiamo cercato di approfondire l’argomento e abbiamo capito che molte persone sono convinte che comprare i prodotti nelle campagne vicine riduca l’inquinamento dovuto ai trasporti, ma non riflette sul fatto che se un prodotto è fuori stagione sarà stata coltivato in serra. Per scaldare la serra si genera inquinamento. Sull’argomento abbiamo ancora tante domande, intanto ci impegniamo a leggere le etichette di ogni prodotto per conoscere bene cosa arriva sulle nostre tavole.